sabato 24 settembre 2011

Processo ai Longobardi-Beneduce, arriva la sentenza. Pene severissime per i Pagliuca

Il boss Salvatore Pagliuca
(Pubblicato su Cronache di Napoli il 22 settembre 2011) 

POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Sono tutte pesanti le condanne arrivate al termine del processo abbreviato contro i 56 imputati ritenuti affiliati all’oramai disciolto clan Longobardi-Beneduce. Il giudice Federica Colucci ha ritenuto tutti i condannati colpevoli di associazione di stampo mafioso, oltre che a vario titolo, per spaccio, estorsione e armi. Con 46 condanne e 9 assoluzioni, la sentenza emessa ieri mattina ha anche un altissimo valore simbolico. Raramente, infatti, la macchina della giustizia è stata così rapida. Dal 24 giugno 2010, giorno del blitz dei carabinieri nell’ambito dell’operazione Penelope, a ieri sono trascorsi meno di 15 mesi. Dagli arresti alle pesanti condanne un lasso di tempo relativamente breve, dunque. Ad essere ritenuti i veri promotori del clan, seppur intervenuti in una fase successiva dalla nascita del sodalizio, sono i componenti della famiglia Pagliuca. Salvatore Pagliuca, alias Totore ‘o biondo e suo figlio Procolo sono stati condannati a 20 anni di carcere, mentre la moglie di Salvatore, Partorina Arcone, ha dovuto ascoltare una condanna a 18 anni di cella. I loro volti erano visibili nell’aula bunker del carcere di Poggioreale attraverso collegamenti in videoconferenza dalle case circondariali nelle quali sono detenuti in regime di 41 bis, il “carcere duro”. Meno pesanti le condanne per gli altri due figli di Totore ‘o Biondo. Cinzia Pagliuca ha rimediato 6 anni, mentre sue fratello Mario 10. Assolto il marito di Cinzia Pagliuca, Salvatore Baldino nei confronti del quale i pubblici ministeri Antonello Ardituro e Gloria Sanseverino – titolari dell’inchiesta che portò al blitz di un anno fa – avevano chiesto 10 anni di carcere. La moglie di Procolo Pagliuca, Francesca Mastantuoni è stata condannata a 6 anni, ma l’accusa ne aveva chiesti 9. Tra le altre condanne spicca per pesantezza quella emessa nei confronti di Ferdinando Aulitto, anch’egli condannato a 20 anni di carcere. Per Leonardo Avallone e per suo fratello Vittorio, considerati tra i più importanti spacciatori di stupefacenti di Monterusciello, le condanne sono rispettivamente a 14 anni e 11 anni e 8 mesi di cella. Antonio Luongo, alias Tonino ‘o Pazz e su cui già gravava una sentenza in Appello a 24 anni di carcere, è stato condannato ad altri 14 anni. Per uno dei figli del presunto boss Gaetano Beneduce (imputato in un altro procedimento con rito ordinario) Rosario Beneduce, il giudice ha emesso una condanna a 14 anni, due anni in più rispetto a quanto richiesto dall’accusa. Umberto De Simone, detto ‘o storto, è stato condannato a 12 anni. Per quanto riguarda gli appartenenti al gruppo quartese denominato “Quelli del Bivio”, Carmine Riccio e Ferdinando Marcellino sono stati condannati entrambi ad 8 anni di carcere, mentre Nicola Palumbo, detto Faccia Abbuffata, è arrivata una sentenza di assoluzione, ma resta in carcere in quanto detenuto per altri reati associativi, tra cui quello di estorsione aggravata nell’ambito del mercato ittico all’ingrosso di Pozzuoli. Come detto sono nove gli assolti: oltre a Nicola Palumbo e Salvatore Baldino, il giudice ha assolto anche Castrese Attore, Giancarlo Bucci, Sergio Covone, Eugenio Del Giudice, Mario Piscopo, uno dei figli di Gaetano Beneduce, Massimiliano e di uno dei suoi fratellastri, Gennaro Ferro. Per quest ultimo la richiesta di condanna era stata di 18 anni. E’ senza dubbio una sentenza storica quella emessa ieri mattina e che potrebbe avere l’effetto di demolire del tutto ciò che rimaneva ancora in piedi dell’ex cartello dei Longobardi-Beneduce, nato “ufficialmente” nel 1997 all’indomani del duplice omicidio dei boss Raffaele Bellofiore e Domenico Sebastiano e a cui erano poi subentrati i Pagliuca.