lunedì 7 febbraio 2011

Sauro Secone sfiduciato, in 17 firmano le dimissioni

Pubblicato si Cronache di Napoli del 5 febbraio 2011




QUARTO (Alessandro Napolitano) – Sauro Secone non è più sindaco. Alle 12,45 di ieri 17 consiglieri comunali hanno rassegnato le proprie dimissioni. Tra di loro anche chi ha fatto parte della maggioranza di centrosinistra fino a poche ore prima. Finisce così, dopo 1349 giorni, l’avventura da sindaco del medico umbro. Tre anni e mezzo dopo il trionfo delle amministrative, al termine delle quali il sindaco Secone sconfisse a mani basse il suo principale antagonista, Leonardo Apa, il medico ha impattato contro gran parte di quegli stessi consiglieri che erano nella sua coalizione nel 2007. A firmare le dimissioni, infatti, ci sono Giovanni Amirante, capogruppo dei Verdi; Pasquale Di Criscio, capogruppo dell’Italia dei Valori, Gennaro Esposito, capogruppo del Partito Democratico fino ad una settimana fa; Leopoldo Carandente Tartaglia, ex democratico e presidente del consiglio comunale fino al 30 novembre scorso; Michele Di Falco, capogruppo dell’Udc, Nunzio Felaco, Carlo Mario Giaccio e Giuseppe Esposito, tutti dello scudo crociato. Ci sono molti membri della sfasciata maggioranza, quindi, tra chi ha voluto porre fine all’esperienza consiliare del “dopo Salatiello”. Oltre a chi è stato eletto nella compagine vincente del centrosinistra per poi prendere altre strade, quindi, tra i firmatari anche l’intera opposizione formata dal Popolo delle Libertà: Eugenio Iannicelli, capogruppo del Pdl, Leonardo Apa, Francesco Carputo, Armando Chiaro, Antonio Carandente Perreca, Andrea Micillo e Francesco Fernandez, oltre all’ex forzista Antonio Contini, poi passato nel gruppo misto. Sconcerto tra i consiglieri comunali che non hanno aderito alla raccolta di firme da protocollare e consegnare nella mani del segretario comunale, Amedeo Rocco il quale ha già contattato la Prefettura di Napoli da cui arriverà la designazione del commissario prefettizio che guiderà la cittadina flegrea fino al 15 maggio prossimo, data in cui con ogni probabilità Quarto tornerà al voto, esattamente quattro anni dopo l’ultima andata alle urne. Intanto la città si prepara ad una nuova campagna elettorale. Il sindaco Secone aveva annunciato a gennaio che nel caso si fosse andati a nuove elezioni si sarebbe senza altro candidato, ma ieri mattina sembrava meno convinto della decisione, non nascondendo una certa amarezza per quanto avvenuto pochi minuti prima. Quarto, dunque, per la quarta volta consecutiva deve fare i conti con un’amministrazione comunale terminata prima della sua scadenza naturale. Era già accaduto nel 1999 con l’allora sindaco Antonio Ciraci, al suo secondo mandato consecutivo; l’anno dopo toccherà a Gabriele Di Criscio, dichiarato non eleggibile per essersi dimesso troppo tardi dalla carica di amministratore della Quarto Multiservizi. Nel 2006 toccò al sindaco di centrodestra Pasquale Salatiello finire anzitempo il suo mandato, dopo le dimissioni di 18 consiglieri. Oggi la storia si è ripetuta, mentre la città è in ansia per la possibile realizzazione di una discarica in una delle cave di via Spinelli. Un’esperienza, quella dell’oramai ex sindaco Secone, segnata dai rifiuti, dunque. Nel 2007 iniziò il suo incarico con una città sommersa di spazzatura. Tre anni e mezzo dopo, Secone lascia una città a dir poco spaventata e sempre alle prese con i rifiuti in strada.  

“Francamente mi ero stufato di dover dare ascolto a chi mi chiedeva di tutto, tra piaceri personali di ogni tipo e di sentirmi tirare la giacchetta a destra e a sinistra”. L’ex sindaco Secone tenta di vedere il bicchiere mezzo pieno dopo essere stato di fatto “defenestrato” da 17 consiglieri. Secone, poi, cerca di ricostruire quanto è avvenuto ieri mattina durante una normale riunione di giunta, nel mezzo della quale è arrivata la notizia delle dimissioni. “Ciò che è accaduto ieri mi ha lasciato quanto meno perplesso – racconta Secone – Stavamo affrontando un tema delicato, come il rilascio di una concessione edilizia in via del Primo Maggio (72 alloggi, ndr) forse arrivata con troppa facilità da parte dell’Ufficio Tecnico. Spero a questo punto che la Procura indaghi su questo e su altri aspetti. Gli interessi in questa città sono stati sempre forti e, evidentemente, gli interessi personali e i poteri forti hanno forse determinato questa decisione di dimissioni di massa, il cui significato pieno mi appare oscuro e nebuloso”. Parole durissime quelle dell’ex sindaco, “caduto” a detta sua per gli interessi particolari che da sempre governerebbero la città. Ancora una volta, dunque, nasce il sospetto che ad aver rotto il giocattolo abbia contributo il “mattone”. Sospetti pesanti, ma a quanto pare condivisi. Cosa accadrà ora? Fogne da realizzare, raccolta differenziata porta a porta, finanziamenti in arrivo, distretto sanitario. Tanti i progetti destinati, probabilmente a restare tali dopo la fine anticipata della consiliatura. Ma c’è soprattutto l’eventuale realizzazione di una discarica che la Provincia di Napoli avrebbe individuato in via Spinelli. “A sostenermi ci sono anche quelle diecimila persone che sabato scorso hanno marciato contro la discarica – aggiunge Secone - Un messaggio ribadito anche appena l’altra sera nel consiglio comunale straordinario e plenario. Adesso si è scelto in modo inopinato e irresponsabile di far perdere alla città di Quarto un punto di riferimento istituzionale. Adesso non so, francamente, cosa potrà accadere. Di sicuro io, da privato cittadino, continuerò ad essere in prima linea al fianco dei comitati antidiscarica per dire un chiaro e netto «no» alla discarica ai confini tra Quarto e Pozzuoli. Chi ha firmato le dimissioni, evidentemente, vuole solo bruciare il futuro di Quarto e ne dovrà rispondere agli elettori”. Cadrà nel vuoto anche l’ultimo atto, quello firmato congiuntamente anche da Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida contro la discarica?

Il Popolo delle Libertà - che dall’estate del 2009 ha dovuto ricoprire da solo il ruolo di partito di opposizione, dopo l’ingresso dell’Udc  in maggioranza – non usa mezzi termini per definire l’operato del sindaco Secone e della sua compagine di governo dal 2007 ad oggi. “I consiglieri comunali dimissionari – sottolineano congiuntamente gli esponenti del Pdl quartese -  hanno finalmente posto fine all’amministrazione secone liberando la città da una gestione che è stata sempre lontana dalla logica politica, senza riempire di contenuto i suoi continui proclami, concentrandosi solo ed esclusivamente su un equilibrio numerico, reclutando sempre nuovi consiglieri e trasformando continuamente la giunta”. Solo proclami, quindi, secondo il Pdl che attacca l’ex sindaco Secone anche sui continui rimescolamenti nella squadra di governo che, numeri alla mano, parlano di ben 24 diversi assessori in 42 mesi, l’ultimo dei quali, Francesco Di Criscio all’Istruzione, nominato appena 8 giorni fa. Ci sono state,  poi, poltrone a dir poco traballanti, come quella all’Ambiente, come ricordano gli stessi consiglieri del Pdl dimessisi ieri mattina. “L’ex sindaco Secone ha cambiato sei assessori con delega all’Ambiente ed il risultato, purtroppo, oggi è sotto gli occhi di tutti: la differenziata e la Multiservizi sono infatti al collasso – aggiungono i consiglieri del Popolo delle Libertà - La città ormai è invivibile sotto tutti i punti di vista, e cosa più grave è che dopo quattro anni si parla ancora di progetti”. Sul tema dei rifiuti il Pdl non sembra voler giocare la carta dell’intransigenza: “Da domani in poi saremo noi in prima linea, soprattutto come cittadini, insieme alle associazioni - fuori da formalismi istituzionali - per dire no alla discarica a qualunque costo e cercando di non essere gli uomini del no, ma dando soluzioni concrete all’annoso problema dei rifiuti e dando soluzioni che possano essere compatibili con il territorio e quindi, ovviamente, opporci in modo fermo alla discarica, così come anche convenuto dagli altri comuni flegrei e associazioni che sono i veri attori di questa battaglia”.

 Erano stati voluti in maggioranza per rafforzare le basi dell’amministrazione targata Sauro Secone, nonostante due anni prima si erano candidati con il centrodestra. Sono i consiglieri dell’Udc i quali, dopo che nel corso degli anni hanno raddoppiato il loro numero, passando da due a quattro (agli “iniziali” Nunzio Felaco e Michele Di Falco si sono poi aggiunti Carlo Mario Giaccio, ex Udeur e Giuseppe Esposito, ex democratico ed ex margheritino) Il sindaco Secone, nel luglio del 2009 li volle con sé. Il loro ingresso in maggioranza vide anche una forte presenza nell’esecutivo, con l’arrivo di Lino Buonanno, divenuto contemporaneamente vice-sindaco nonché assessore alle Attività Produttive. Il loro apporto, però, si è man mano trasformato in una vera e propria spina nel fianco del sindaco. Diversi, infatti, i “mal di pancia” che i consiglieri dell’Udc hanno fatto registrare nel corso del tempo, fino ad arrivare ad una clamorosa bocciatura di uno dei punti principali dell’agenda politica di Secone, la realizzazione del Piano Casa. L’opposizione di centrodestra e diversi esponenti usciti dalla maggioranza, pubblicarono un manifesto infuocato contro il sindaco Secone il quale, a sua volta, pubblicò un documento difensivo e programmatico con in calce anche il simbolo dell’Udc. Sembra che questa scelta, però, non venne preventivamente concordata con tutti i membri del partito. In bilico sarebbe stata per alcuni giorni anche la poltrona dello stesso Lino Buonanno. La crisi, poi, sembrava rientrata, ma pare che anche sulla realizzazione del Distretto Sanitario i consiglieri dell’Udc abbiano dimostrato di non gradire, almeno così come voluto dal sindaco Secone. Ieri mattina, poi, la stangata finale, con le dimissioni dei quattro consiglieri dello scudo crociato, una volta considerati i “salvatori” di Secone.  Tra di loro anche Giuseppe Esposito, una volta membro del Pd e addirittura candidato alla carica di consigliere provinciale per la circoscrizione di Quarto, Bacoli e Monte di Procida.
E’ già un caso quanto ha dichiarato Giovanni Amirante, capogruppo dei Verdi, tra i firmatari delle dimissioni. “Siamo già pronti a partire per le prossime elezioni con una nuova coalizione, all’interno della quale ci saranno tutti coloro che hanno sfiduciato il sindaco, compreso eventualmente anche il Pdl”. Così Amirante, che già prevede un cartello elettorale con il centrodestra. Una scelta che per Francesco Emilio Borrelli, coordinatore regionale dei Verdi, sarebbe anche accettabile, “visto che Secone ci ha tenuto fuori dalla maggioranza per tre anni. Ciò che invece mi ha mandato su tutte le furie sono state le dimissioni di Amirante, arrivate in un momento così delicato per la città, visto la battaglia in atto contro l’apertura di una discarica. Sono arrabbiatissimo per questa mossa del consigliere, tra l’altro non concordata con me e di cui non sapevo nulla. Valuterò con attenzione quanto accaduto e incontrerò lo stesso Amirante quanto prima”.  

martedì 1 febbraio 2011

Terzo incendio doloso in pochi giorni, torna l'ombra del racket

Pubblicato su Cronache di Napoli del 1 febbraio 2011


POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Ancora un incendio di natura dolosa a Pozzuoli, il terzo in pochi giorni. Le fiamme questa volta hanno avvolto una videoteca di via Artiaco, tra piazza Capomazza e via Campana, la Video Fantasy. Nella tarda serata di domenica alcuni passanti hanno notato le fiamme fuoriuscire dalla saracinesca del negozio e dal distributore automatico di dvd. Il veloce arrivo dei vigili del fuoco, del distaccamento di Monterusciello, ha limitato i danni i quali, però, stando ad una prima stima, sarebbero di circa 10mila euro. Sull’ennesimo episodio incendiario in città stanno indagando gli agenti del commissariato di polizia di Pozzuoli i quali hanno anche ascoltato il titolare delle videoteca, P.R. L’uomo avrebbe raccontato di non aver subito né minacce né richieste estorsive nel recente passato. Un passato, però, che vedrebbe la stessa vittima già protagonista di un episodio analogo, subito pochi anni fa. Come prova della dolosità dell’incendio ci sarebbe un pezzo di stoffa ritrovato nei pressi dell’ingresso della videoteca il quale sarebbe stato intriso di benzina e poi dato alle fiamme. Nessun corto circuito tra le cause esterne che avrebbero potuto dare inizio all’incendio. Da chiarire, ora, le cause del gesto. Intimidazione o vendetta? Appare sempre più difficile non collegare i diversi episodi analoghi che negli ultimi giorni hanno interessato diverse attività commerciali. Il 22 gennaio scorso, a Licola, ignoti hanno dato alle fiamme due imbarcazioni, all’interno del rimessaggio Nautica Service di via del Cantiere, non lontano dalla stazione della circumflegrea. L’incendio è scoppiato intorno alle 9,30 del mattino. Anche in quell’occasione i vigili del fuoco non hanno avuto dubbi sull’origine dolosa dell’incendio che è costato la distruzione parziale di un gommone di cinque metri di lunghezza e di un altro natante di vetroresina, andato totalmente distrutto. Come da copione, il titolare del rimessaggio nautico ha raccontato di non aver subito alcuna intimidazione o richiesta estorsiva. L’incendio di Licola seguiva di pochi giorni quello scoppiato all’interno dell’officina meccanica Baldino, all’interno del rione Toiano. Gli esecutori materiali del raid incendiario non si preoccuparono di far sparire le prove inoppugnabili dell’origine volontaria del loro gesto. I carabinieri del comando di Pozzuoli ritrovarono poco distante una tanica utilizzata per trasportare la benzina alla quale avrebbero poi dato fuoco. In fiamme, oltre a buona parte del locale, anche due autovetture ferme in attesa di essere riparate, una Wolkswagen Golf e una Fiat Punto, avvolte totalmente dalla fiamme.   Tre raid incendiari in poco più di una settimana, dunque, nella cittadina flegrea. A questi, poi, ci sarebbe da aggiungere anche un altro episodio inquietante avvenuto il 14 gennaio. Il titolare dell’autolavaggio Del Sole di Monterusciello, P.D. venne picchiato all’interno della struttura da quattro persone giunte sul posto a volto scoperto. Dopo il pestaggio furono sparati diversi colpi di pistola, calibro 7,65, all’indirizzo di due auto parcheggiate nel cortile dello stesso autolavaggio. Episodi tutti “slegati” tra loro?