mercoledì 29 agosto 2012

Torna dalle vacanze e si ritrova villa abusiva nel giardino

(Pubblicato su Il Mattino del 26 agosto 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - Vengono tirate su nello spazio di poche notti, al riparo da occhi indiscreti e soprattutto senza alcun permesso a costruire. Sono le tante abitazioni abusive che continuano a spuntare un po' ovunque, nonostante i controlli ed i sequestri da parte delle forze dell'ordine. Quarto torna a fare i conti con l'abusivismo edilizio, quello più «strisciante» e meno individuabile. In pochi giorni, però, ben cinque diverse strutture sono state scoperte e poste sotto sequestro dagli agenti della polizia muncipale, guidati dal comandante Castrese Fruttaldo. Durante i roventi giorni della settimana di ferragosto i caschi bianchi hanno setacciato le zone più impervie della città, scovando diverse strutture erette in pochissimo tempo. E' questa, infatti, la tecnica più collaudata dei «furbetti del mattone». La più imponente è stata individuata in via Russolillo. Una palazzina di due piani era stata realizzata senza alcuna licenza rilasciata dall'Ufficio Tecnico Comunale e pronta ad ospitare diverse abitazioni su una superficie di oltre 300 metri quadrati. Denunciata la proprietaria, B.G. 45enne quartese. Le operazioni di contrasto all'abusivismo edilizio erano iniziate con la scoperta di un villino unifamiliare realizzato con cemento e legno. Una sorta di baita da 100 metri quadrati, anche questa fatta realizzare da una donna, C.A. 63 anni, poi denunciata. In via Giorgio De Falco, in piena zona residenziale, una 36enne aveva addirittura aggiunto un piano all'abitazione che occupava, ricoprendo di cemento altri 60 metri quadrati di superficie. Gli agenti della municipale, poi, hanno fermato poco prima che entrasse in funzione un grosso forno a legna, realizzato di fianco ad un'altra abitazione e destinato alla panificazione abusiva, dal momento che licenze in tal senso non ne erano mai state rilasciate. Altri 40 metri quadrati di cemento finiti sotto i sigilli. In via Paratine, al confine tra Quarto e Marano, altra zona martoriata negli anni dall'abusivismo edilizio, il caso più estremo. Un uomo, di ritorno dalle vacanze assieme alla sua famiglia, si è ritrovato con un vicino di casa in più: a pochi metri dalla sua abitazione era stata realizzata, nei pochi giorni di assenza per le ferie, una casa di circa 100 metri quadrati, con tetto spiovente e pronta ad accogliere nuovi inquilini. Erano stati già realizzati gli allacciamenti alle reti idrica ed elettrica. Ovviamente in maniera del tutto abusiva. Un'estate all'insegna dei controlli e delle denunce, dunque. Un rientro «amaro» per alcuni dei denunciati che troveranno all'esterno delle abitazioni fatte erigere senza alcuna licenza soltanto i sigilli e una denuncia penale, con il rischio di dover pagare oltre 10mila euro di multa per ogni violazione. 

martedì 28 agosto 2012

Volontario morto nel rogo ad Avellino, ieri i funerali a Quarto

In 300 per l'ultimo saluto al volontario antincendio
(Pubblicato su Il Mattino del 25 agosto 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - Sono stati almeno in 300 ieri mattina ad assiepare la chiesa Santa Maria, nell'omonina piazza, per assistere ai funerali di Michele Ciglione, l'operaio della Sma Campania morto a Lauro, nell'avellinese, durante le operazioni di spegnimento di un incendio doloso. Tra i presenti molte le autorità, tra le quali il comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, il generale Vincenzo Stabile, l'assessore regionale Marcello Taglialatela oltre a diverse rappresentanze dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Avellino e della società Smartland i cui lavoratori hanno visto sparire tra il denso fumo il 57enne. A pochi metri dall'altare il confalone della regione Campania. A piangere Michele Ciglione l'intera famiglia, la moglie Concetta Bollente - che nei giorni scorsi era stata durissima contro la macchina dei soccorsi che si sarebbe mossa con troppa lentezza - e i quattro figli Gennaro, Vincenza, Loredana e Michela. «Michele ha dato la propria vita per salvarne altre - ha sottolineato dall'altare don Luigi Monaco, vice-parroco della chiesa Santa Maria - Di quest'uomo ne sentiremo parlare a lungo perchè è giusto che sia così. Michele non si aspettava, quando ha iniziato questo duro lavoro, di dover pagare con la propria vita il suo senso del dovere». Un lungo applauso ha poi accompagnato l'uscita della bara dalla chiesa, poi portata in spalla dai parenti più stretti fino al cimitero di via Dante Alighieri. Nessuno, soprattutto tra chi Michele Ciglione lo conosceva sul lavoro, ha voglia di commentare. Le polemiche sul presunto ritardo dei soccorsi, però, non si sono placate nemmeno sul sagrato della chiesa. Inadeguatezza della preparazione professionale degli operai e mezzi di soccorso lontani dai luoghi degli incendi. Di questo parlavano in lacrime e con voce bassa i colleghi del 57enne. Nessun commento da parte dell'assessore regionale Taglialatela che ha solo precisato di non essere questo il momento opportuno per rilasciare dichiarazioni. «Una morte che si poteva evitare» per la moglie Concetta, anch'essa impiegata alla Sma Campania, parole che fin da subito hanno innescato forti polemiche, le stesse sulle quali si dibatteva prima e dopo la cerimonia funebre. 

lunedì 27 agosto 2012

Puteolana, allarme tifoseria violenta

Lo stadio "Domenico Conte" di Pozzuoli
(Pubblicato su Il Mattino del 25 agosto 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - Un universo tutto da decifrare, in cui appare ancora difficile riuscire a tracciarne una «geografia» precisa. E' quello delle tifoserie che sostengono la Puteolana 1902 Intenapoli, società nata dalle ceneri della ex squadra locale che nel 2009 scomparve dai calendari ed ora si ritrova ad affrontare il campionato di serie D. Domenica, quando mancavano poco meno di due ore all'inizio dell'incontro di coppa Italia con il Savoia, un tifoso ospite è stato aggredito nei dintorni dello stadio Domenico Conte di Arco Felice. Schiaffi e minacce mentre l'uomo si trovava da solo, lontano dal resto del gruppo di ultras che erano arrivati a Pozzuoli per assistere alla partita. Un episodio che getta una luce oscura su una parte della tifoseria, quella più estrema, sulla quale ora la polizia sta facendo luce. Non sarà facile. I gruppi «storici» dei sostenitori del vecchio club sono parzialmente dissolti. Ad emergere ci sarebbero alcuni leader dalle intenzioni chiare: creare disordini ed arrivare a contatti fin troppo ravvicinati con le tifoserie avversarie. Dal commissariato di piazza Italo Balbo è già partita una richiesta di Daspo nei confronti di un tifoso della Puteolana, colui che avrebbe aggredito il supporter oplontino, tra l'altro già colpito da un provvedimento simile nel 2000. Lavoro duro per la polizia che è dovuta intervenire più volte per far calmare gli animi sugli spalti durante tutto l'incontro. Alla fine non si sono registrati altri episodi violenti, ma al fischio finale è stato deciso di far defluire i tifosi opiti per primi verso l'uscita, evitando altri contatti. Un campionato al nastro di partenza, dunque, ma che già desta preoccupazione. A complicare il tutto anche l'aspetto logistico. Lo stadio della Puteolana 1902 Internapoli, infatti, si trova in pieno centro abitato, con poche «vie di fuga», ma con un dedalo di vicoli tutti intorno che rende più difficile il lavoro degli addetti all'ordine pubblico. A questo, come detto, c'è da aggiungere la ancora fumosa e frammentaria formazione delle tifoserie all'interno delle quali si mescolano i più esagitati, sempre pronti allo scontro. Si tratterebbe di piccole frange, sulle quali non ci sono «precedenti». Per diversi anni la squadra locale non ha infatti partecipato ai campionati, facendo disperdere i propri supporter. A luglio altri cinque tifosi puteolani vennero denunciati per inosservanza del provvedimento di divieto di assistere a manifestazioni sportive a cui erano sottoposti. Poco prima, invece, furono addirittura quattro giocatori della Flavio Basket a rendersi protagonisti di episodi di violenza, durante un incontro del campionato di Prima Categoria Maschile di pallacanestro. Botte da orbi sul parquet durante le quali a farne le spese fu persino l'arbitro, dopo una decisione del direttore di gara. Ora, però, l'attenzione delle forze dell'ordine è già tutta concentrata sulle prossime gare casalinghe della Puteolana 1902 Internapoli. 

mercoledì 8 agosto 2012

Contabile rapinato in pieno giorno, via con 200mila euro

(Pubblicato su Il Mattino del 7 agosto 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - Carambolesca rapina ieri mattina in via Terracciano. Il bottino, del valore di oltre 200mila euro, è stato portato via da quattro rapinatori al contabile di un noto imprenditore proprietario di diversi distributori di carburante della città. Erano le 8,30 quando D.F.R., ragioniere e uomo di fiducia dell'imprenditore B.A. si trovava all'interno la stazione di servizio Agip di via Fascione. Da poratre in banca c'era l'intero incasso del fine settimana. Non solo di quel distributore ma anche dei restanti cinque di proprietà del «magnate» locale della benzina. Mazzette di banconote di diverso taglio, custodite in valigia e da portare al più presto in banca. Un'operazione che si ripete ogni lunedì da anni. Per i malviventi un'occasione ghiotta. Avrebbero studiato le «mosse» del contabile con estrema attenzione, fino a pianificare con precisione il colpo. Il ragioniere raggiunge la sede del Banco di Napoli di via Terracciano. Qui l'uomo si rende conto di essere osservato da due uomini in sella ad uno scooter nero. Non appena i due si avvicinano il contabile getta via le chiavi dell'auto. Un tentativo di sfuggire alla rapina che si rivelerà del tutto inutile. Le chiavi, infatti, verranno raccolte da altri due complici, seduti su un altro scooter. Hanno tutti il volto scoperto, ma soprattutto impugnano due pistole. Con le armi da fuoco minacciano il contabile. In pochi attimi i quattro malviventi si impossessano dei 200mila euro custoditi nel portabagagli dell'auto, fuggendo poi via. La rapina si è consumata davanti a decine di passanti, alcuni dei quali sono stati ascoltati dalla polizia intervenuta sul posto. Il contabile è stato portato in ospedale dopo aver accusato un malore, ma fortunatamente è stato dimesso dopo poco. Le indagini potrebbero essere agevolate dalla presenza di numerose telecamere a circuito chiuso installate all'esterno dell'istituto di credito. Il 3 luglio scorso un altro contabile era finito vittima di una rapina, all'uscita del mercato ortofrutticolo di viale dell'Europa Unita, dopo aver raccolto le somme di denaro di diversi operatori. In quell'occasione il «bottino»  fu nettamente inferiore, circa 6mila euro, ma l'organizzazione del colpo fu certosina da parte dei malviventi, con un finto incidente inscenato per bloccare l'auto del ragioniere. 

venerdì 3 agosto 2012

Latitava da nove mesi, preso fratello del boss Nicola Palumbo

Luigi Palumbo, fratello del boss Nicola
(Pubblicato su Il Mattino del 1 agosto 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - E' durata poco meno di nove mesi la latitanza di Luigi Palumbo, 38 anni, fratello del più noto Nicola, 47enne e «storico» affiliato al clan Longobardi-Beneduce. In particolare all'ala quartese dell'organizzazione, appartenente a «quelli del Bivio». Luigi Palumbo era sfuggito all'arresto il 7 dicembre scorso. Su di lui una condanna emessa dalla Corte d'Appello ad un anno, tre mesi e 18 giorni di carcere. L'accusa era quella di associazione per delinquere finalizzata a rapine, estorsioni e ricettazione. I carabinieri del Nucleo Operativo di Giuliano lo hanno trovato nascosto in un villino a due piani in via dei Pini Nord. Inutile il tentativo di evitare ancora una volta le manette, esibendo una carta d'identità falsa. La foto sul documento corrispondeva a quella del 38enne, ma i dati della residenza, del nome e della data di nascita erano del tutto fasulli. Ad incastrare il pluri-pregiudicato quanto ritrovato nell'abitazione durante la perquisizione ambientale: il suo certificato di nascita. Luigi Palumbo è stato trasferito nel carcere di Secondigliano. Tanti i reati commessi dall'uomo, tra cui quello che gli costò una condanna a nove mesi per lesioni aggravate, nel gennaio del 2010. Luigi Palumbo, secondo i giudici, fece parte del «commando» che organizzò una spedizione punitiva contro due extracomunitari - un ghanese di 28 anni e un sudanese di 25 - che lavoravano come parcheggiatori all'esterno di un supermercato di via Campana, a Quarto. L'unica «colpa» dei due nordafricani fu quella di avere aiutato i carabinieri nella cattura di un rapinatore che aveva messo a segno il suo colpo in una profumeria. Con bastoni di legno e spranghe di ferro, il commando punitivo picchiò selvaggiamente i due extracomunitari. Luigi Palumbo venne arrestato subito dopo. Era il 21 novembre del 2008. Camminava tranquillamente in strada, nonostante si trovasse anche in regime di sorveglianza speciale. Un affronto da lavare con inaudita violenza per Palumbo che da quel giorno ha dovuto fare i conti con altri arresti e destinazioni a case-lavoro. Un nome molto noto quello del 38enne, soprattutto per il suo legame di sangue con Nicola Palumbo, detto «faccia abbuffata» e considerato uno dei vertici della camorra quartese, quella legata al boss puteolano Gennaro Longobardi e che aveva come «zona di competenza» il così detto Bivio. Al di là del confine naturale, invece, opera il clan Polverino. Nicola Palumbo è in carcere dal 13 maggio del 2003, giorno del primo storico blitz dei carabinieri contro il clan Longobardi-Beneduce. L'inchiesta era quella sulle estorsioni del clan all'interno del mercato ittico all'ingrosso di Pozzuoli. Considerato il bracio destro del boss quartese Salvatore Cerrone, Nicola Palumbo aveva scalato i vertici dell'organizzazione. Sempre ai margini, invece, sarebbe rimasto il fratello Luigi, il «picchiatore», costretto a latitare con un vero camorrista.

mercoledì 1 agosto 2012

Polizze scontate, automobilisti truffati:i tagliando erano falsi

(Pubblicato su Il Mattino del 30 luglio 2012) 


di ALESSANDRO NAPOLITANO - Hanno sborsato anche 1900 euro, convinti di aver strappato persino un piccolo sconto dall'agenzia a cui si erano rivolti. Si sono ritrovati, invece, con un'assicurazione auto totalmente falsa, senza poter circolare e con il portafogli alleggerito di molto ed inutilmente. E' il piccolo esercito di automobilisti truffati che in meno di tre mesi ha superato le 50 «unità». Tante quante sono le denunce per truffa finite ora in Procura. Ad emergere un vero e proprio «sistema», che vede coinvolte almeno cinque diverse agenzie assicurative della città e i loro broker, con ramificazioni nel nord Italia. In particolare in Piemonte, in provincia di Novara. Le indagini vanno avanti da tre mesi, curate dagli uffici di polizia giudiziaria della municipale. I caschi bianchi di Pozzuoli sono partiti da un singolo caso, ad aprile, allargando poi il cerchio fino a far venire fuori il macchinoso sistema messo in piedi da intermediatori senza scrupoli, ma con una buona stampante laser in ufficio. Tutto ha inizio, ovviamente con il ricevere i documenti originali dagli automobilisti intenti a rinnovare le proprie polizze assicurative. Carta di circolazione e documento d'identità finiscono nelle mani dell'agenzia. Da qui, dopo una semplice scansione digitale, i documenti originali tornano nelle mani deigli automobilisti. Le copie invece finiscono sotto la «cura» di un buon grafico che modifica le residenze dei proprietari di auto. Non più Pozzuoli, ma piccoli paesini della provincia di Novara, dove le coperture assicurative non arrivano a costare 400 euro. Nel frattempo alla «casa madre», che dovrà rilasciare il certificato assicurativo ed il talloncino da apporre sul parabrezza, arrivano i dati oramai falsi di ignari clienti che attendono a casa la nuova polizza. A questi ultimi, i broker dell'agenzia locale sorridono. per loro, infatti, è riservato persino uno sconto. Poche centinaia di euro, quanto basta per farli sentire meno depauperati. I documenti dalla casa madre tornano all'agenzia. Qui arriva il secondo restyling. I dati vengono nuovamente cambiati, in modo tale che i riferimenti al lontano Piemonte scompaiano. Arriva il pagamento. Chi avrebbe dovuto pagare 1500 euro, ne versa 1300, grazie allo «sconto». Alla casa madre ne andranno 400. Questi i premi che si pagano alle pendici delle Alpi. I restanti 900? Ovviamente finiscono nelle casse dell'agenzia assicurativa che ha curato l'intero iter, tutto tenendo all'oscuro gli automobilisiti che si ritrovano con carta straccia al posto di una copertura assicurativa. Non possono accorgersene. Lo faranno solamente se dovessero incappare in qualche posto di blocco. Proprio come accaduto pochi giorni fa ad una donna di 36 anni che ha mostrato i documenti dell'assicurazione al momento di un controllo della municipale. Aveva pagato ben 1900 euro per assicurare la sua Toyota, anche contro il furto. Si trattava di una copertura totalmente «tarocca», stampata anche in maniera mediocre e su carta poco «credibile». Immediatamente è scattata la denuncia nei confronti di chi si era occupato di rinnovarle l'assicurazione da parte della stessa «vittima». E con il suo i casi superano i 50 in tre mesi, confermando Pozzuoli capitale del falso assicurativo. L'intera documentazione ora è al vaglio della procura che sta esaminando ogni singolo caso. La «rete» di agenzie assicurative, piccoli esercizi sul fronte strada, starebbe già tremando. Ciò che è emerso fino ad oggi, però, potrebbe essere soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno ancora più diffuso e che frutterebbe vantaggi economici non indifferenti per i «furbetti» della Rca.