martedì 26 giugno 2012

Parcheggiatori abusivi, blitz della municipale al largo Palazzine

(Pubblicato su Il Mattino del 30 maggio 2012) 

Un vero e proprio blitz, conclusosi con cinque fermi, banconote sequestrate e rimozione forzata di auto. E' quello messo a segno dalla polizia municipale nei confronti dei parcheggiatori abusivi che «operano» al largo Palazzine e via Terracciano. Ieri mattina i «caschi bianchi» si sono presentati in massa, letteralmente accerchiando i tanti abusivi della sosta che circondano l'area nella quale si svolge il mercato al dettaglio. Qualcuno ha tentato la fuga, venendo però subito bloccato e fatto salire sulle auto di pattuglia, destinazione: il comando di via Luciano. Si cercano i nascondigli nei quali i parcheggiatori avrebbero tenuto al riparo da sequestri i soldi guadagnati illecitamente. Nelle loro tasche, infatti, solo poche decine di euro complessivamente. Troppo poco vista la mole di «lavoro» nella zona mercatale. In tutto sono stati cinque i fermi per identificazione, tra questi anche uno nei confronti di un extracomunitario con un documento di riconoscimento contraffatto e di un residente di Castel Volturno già colpito due mesi fa da un «foglio di via». Per quest'ultimo è scattata una denuncia penale per mancata osservanza del divieto di ingresso nel comune di Pozzuoli. Sono tutti residenti nel comune casertano i parcheggiatori finiti nella rete della municipale. Un «legame», quello tra i due comuni, alquanto sospetto e su cui si cercherà di fare luce nelle prossime ore. Di età compresa tra i 26 e i 45 anni, i parcheggiatori abusivi fermati ieri risultano avere anche diversi precedenti penali. Per tutti è arrivata una sanzione da 726 euro che però, difficilmente pagheranno. Lo dicono i numeri: negli ultimi 18 mesi, gli oltre 60 abusivi sanzionati non hanno mai assolto alcun pagamento. Il chè si traduce anche in un danno erariale non indifferente per l'ente locale al quale si aggiunge il mancato pagamento dei «ticket» per la sosta da parte di chi preferisce pagare i parcheggiatori abusivi. Nei guai sono finiti anche gli stessi automobilisti che avevano affidato a questi le chiavi delle loro auto. Sei le vetture portate via dai carroattrezzi e almeno venti le multe comminate per divieto di sosta. Uno «spettacolo» che va di scena praticamente ogni giorno a Pozzuoli, non solo in via Terracciano dove, tra l'altro, ha sede uno degli uffici postali della città. Nell'area intorno al porto e sul lungomare di via Napoli un vero e proprio esercito di abusivi staziona fino a tarda notte. Fino alle 24 la presenza della polizia municipale assicura l'assenza dei parcheggiatori, ma al termine dell'orario di servizio degli agenti, le zone della movida sono prese d'assalto. Tanti i «record» battuti dagli abusivi di Pozzuoli, sempre più insensibili alle forze dell'ordine, tra cui chi ha «collezionato» ben 20 sanzioni e innumerevoli fogli di via, tornando però sempre al proprio «posto di lavoro».  

Ordinanza "antimovida", arriva la bocciatura del Tar

(Pubblicato su Il Mattino del 26 maggio 2012) 


E' durata meno di 48 ore l'ordinanza con la quale l'oramai ex commissario straordinario, Ugo Mastrolitto, aveva deciso misure durissime contro la movida notturna. Dopo il ricorso presentato da ben venti gestori di locali, il Tar Campania ha deciso di sospendere l'esecuzione del provvedimento. Se ne riparlerà il prossimo 7 giugno, quando si riunirà la camera di consiglio della Terza Sezione del tribunale amministrativo. Esultano, per ora,i gestori di discoteche e bar. L'ordinanza emanata lo scorso 7 maggio prevede  una stretta sugli orari di apertura e chiusura dei locali notturni e misure «draconiane» per ciò che riguarda la somministrazione di alcolici. La vendita di questi ultimi, secondo quanto aveva stabilito il commissario, sarebbe stata vietata dalle 22 se superiori ai 21 gradi e dalla mezzanotte se di gradazione inferiore. Ad aver scatenato durissime polemiche tra i gestori dei locali anche la chiusura obbligatoria per le discoteche alle 2 di notte. Un'ora prima, invece, gli impianti sonori sarebbero stati spenti. Pesanti anche le sanzioni previste dal provvedimento ora «congelato» dal Tar che, a seconda dei casi specifici, sarebbero state di oltre 3mila euro per ogni violazione e con sospensioni delle licenze fino a tre mesi. Troppo drastico, dunque, il contenuto dell'ordinanza subito ribattezzata «anti-movida» che però ha trovato favori tra i residenti delle zone «calde» della città, come via Napoli e l'area intorno al porto. Per il Tar il ricorso presentato dai 20 gestori «sembra fornito del prescritto fumus boni iuris», quindi meritevole di attenzione. Diversi i «pilastri» sui quali si poggia il ricorso per ora vincente: la presenza di ordinanze che già disciplinano in materia; i presunti e gravissimi danni economici che il provvedimento potrebbe arrecare, con un vero e proprio «esodo» della clientela verso comuni limitrofi; l'inopportunità di una delibera affidata al commissario quando il suo mandato era oramai agli sgoccioli; prove inconsistenti circa il collegamento tra movida molesta e somministrazione di alcol; infine, la mancata convocazione degli operatori del settore da parte del commissario Mastrolitto al momento di prendere decisioni così drastiche. Per il presidente della Terza Sezione del Tar Campania, Saverio Romano, è «ravvisabile il grave pregiudizio, che giustifica l’adozione della richiesta misura cautelare provvisoria». Tutto sospeso, dunque. L'ordinanza era entrata in vigore il 22 maggio per ciò che concerneva gli orari di apertura e chiusura dei locali e il prossimo primo luglio sarebbero entrate in vigore le misure restrittive sulla somministrazione di alcolici. «È noto che è proprio questa l’ora in cui i frequentatori di tale tipologia di locali iniziano a recarsi presso di essi - si legge nel ricorso curato dall'avvocato Vincenzo Cocozza - con la conseguenza che il rispetto di tale restrizione determinerebbe una migrazione di clientela presso i Comuni limitrofi. Non senza dire poi che, l’ordinanza, assai punitiva nei confronti di detti esercizi commerciali, viene ad inserirsi in un contesto di gravissima crisi economica, fra l’altro in una stagione - quella attuale - che dovrebbe costituire il periodo più produttivo per tale settore (in questo periodo, i locali avevano iniziato a assumere ulteriore personale per soddisfare una presenza maggiore di utenti)»


In mare senza comandante, peschereccio "scortato" dalla capitaneria

(Pubblicato su Il Mattino del 26 maggio 2012) 


Un peschereccio affidato a chi non ne era il comandante, intento ad effettuare operazioni di pesca con reti nelle acque di fronte Monte di Procida. E' quanto hanno scoperto gli uomini della Capitaneria di Porto di Pozzuoli, durante un'operazione di perlustrazione delle acque del Golfo. Il bilancio finale è di due denunciati alla Procura della Repubblica. Si tratta di pescatori residenti a Pozzuoli, C.G. di 40 anni e di G.A. di 42. Le accuse sono di abbandono del posto di comando e assunzione indebita di comando di nave. Quando gli uomini del tenente di vascello Caterina Piccirilli - comandante della Capitaneria di Pozzuoli - hanno abbordato il peschereccio, al timone non c'era il comandante, ma un altro «marittimo» il cui nome, però, non era iscritto nella tabella che ogni imbarcazione deve stilare prima di salpare dal porto. Il comandante del peschereccio, G.A. si trovava sulla terraferma, a Pozzuoli e, a quanto pare, non sarebbe stato ignaro dell'assunzione del comando da parte di un altro pescatore. Il peschereccio, di oltre 12 metri di lunghezza, era salpato da Pozzuoli intorno alle 8 del mattino, diretto verso le acque montesi. Poco prima che le reti venissero gettate in mare è giunta la «lancia» della Capitaneria. Chi era al timone è stato trovato in possesso dei «titoli» per comandare un'imbarcazione di quel tipo, ma non era certo lui che avrebbe potuto farlo. Soltanto il comandante «ufficiale» può prendere in mano l'imbarcazione. Assolutamente vietato, dunque, affidare il timone ad altri, soprattutto quando quando il «vero» comandante resta a terra per sbrigare altre faccende. Il peschereccio non è stato sottoposto a sequestro. 

Pozzuoli, l'Asl non rispetta le norme per il passaggio di cantiere

L'ingresso della direzione generale dell'Asl Napoli 2 Nord
(Pubblicato su Il Mattino del 22 maggio 2012) 

E' scontro aperto tra le guardie giurate che operano all'interno dell'ospedale Santa Maria delle Grazie e la dirigenza dell'Asl Napoli 2 Nord. Chi dovrà lasciare l'ospedale teme di perdere posto di lavoro e stipendio. La vertenza è nata dopo l'aggiudicazione della gara d'appalto da parte di altre ditte che operano nello stesso settore. Lo scorso 15 maggio il contratto che legava i vigilantes al controllo del nosocomio puteolano è scaduto. Si tratta delle guardie giurate delle società L'Aquila e La Vigilante. Al loro posto le ditte Sipro e Vigitalia. Secondo le accuse mosse dalle sigle sindacali di categoria - Cgil Filcams, Fisacat Cisl, Uil Tucs e Ugl Sicurezza Civile - le ditte subentranti e l'Asl non avrebbero avviato le procedure per il così detto «passaggio di cantiere», vale a dire l'assorbimento delle unità lavorative nelle ditte che hanno vinto l'appalto. Un obbligo (previsto dall'articolo 8 del capitolato) che mira al mantenimento dei livelli occupazionali. Lo stato di agitazione è culminato ieri mattina all'esterno della Direzione Generale dell'Asl Napoli 2 Nord di via Alvaro. Decine di vigilantes - delle ditte che hanno perso l'appalto - hanno protestato in vibratamente contro i piani alti dell'azienda sanitaria: «Vogliamo garanzie sul nostro futuro e che venga rispettata la legge laddove si impone la nostra assunzione all'interno della ditta che ha vinto la gara - affermano i lavoratori, sostenuti dai sindacati - Tutti noi abbiamo una famiglia da mantenere e non possiamo permetterci di rimanere senza lavoro. Non abbiamo nessuna intenzione di mollare». Nei giorni scorsi la tensione era già salita alta quando le guardie giurate - appartenenti alle diverse ditte, tra vincitrici e perdenti della gara d'appalto - si sono trovate le une di fronte alle altre all'interno dell'ospedale di Pozzuoli. Una situazione paradossale che ha visto alcuni vigilantes chiudersi nel loro gabbiotto tenendosi strette le chiavi, mentre all'esterno già operavano le «nuove» guardie giurate. «Il passaggio di cantiere ci sarà in quanto obbligatorio, ma chi protesta deve prima lasciare il posto occupato oramai senza più titolo - sottolinea il direttore generale dell'Asl Napoli 2 Nord, Giuseppe Ferraro - Deve recedere con la massima urgenza da questo comportamento o segnalerò immediatamente il caso all'autorità giudiziaria». Uno scontro frontale, quindi, nel quale si inserisce anche un'ordinanza della Prima Sezione del Tar Campania del 9 maggio scorso con la quale l'Asl viene invitata a depositare tutta la documentazione sul caso, rimandando però ogni decisione di merito al prossimo 6 giugno. Ma a farsi sentire è stato anche il raggruppamento di imprese che ha vinto la gara d'appalto, all'interno del quale c'è la società Sipro che spiega come gli inviti alle ditte soccombenti per il passaggio di cantiere siano andati sempre deserti. Il braccio di ferro promette di andare avanti ancora per molto. Sia la Direzione Generale dell'Asl Napoli 2 Nord che le ditte che hanno perso la gara non intendono arretrare dalle loro posizioni. Le accuse sono reciproche e per alcuni aspetti anche speculari. Da una parte l'azienda sanitaria che invita alla cessazione di comportamenti «non tollerabili»; dall'altra le società di vigilanza che l'appalto l'hanno perso: vogliono garanzie sull'assunzione dei propri agenti.