venerdì 3 agosto 2012

Latitava da nove mesi, preso fratello del boss Nicola Palumbo

Luigi Palumbo, fratello del boss Nicola
(Pubblicato su Il Mattino del 1 agosto 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - E' durata poco meno di nove mesi la latitanza di Luigi Palumbo, 38 anni, fratello del più noto Nicola, 47enne e «storico» affiliato al clan Longobardi-Beneduce. In particolare all'ala quartese dell'organizzazione, appartenente a «quelli del Bivio». Luigi Palumbo era sfuggito all'arresto il 7 dicembre scorso. Su di lui una condanna emessa dalla Corte d'Appello ad un anno, tre mesi e 18 giorni di carcere. L'accusa era quella di associazione per delinquere finalizzata a rapine, estorsioni e ricettazione. I carabinieri del Nucleo Operativo di Giuliano lo hanno trovato nascosto in un villino a due piani in via dei Pini Nord. Inutile il tentativo di evitare ancora una volta le manette, esibendo una carta d'identità falsa. La foto sul documento corrispondeva a quella del 38enne, ma i dati della residenza, del nome e della data di nascita erano del tutto fasulli. Ad incastrare il pluri-pregiudicato quanto ritrovato nell'abitazione durante la perquisizione ambientale: il suo certificato di nascita. Luigi Palumbo è stato trasferito nel carcere di Secondigliano. Tanti i reati commessi dall'uomo, tra cui quello che gli costò una condanna a nove mesi per lesioni aggravate, nel gennaio del 2010. Luigi Palumbo, secondo i giudici, fece parte del «commando» che organizzò una spedizione punitiva contro due extracomunitari - un ghanese di 28 anni e un sudanese di 25 - che lavoravano come parcheggiatori all'esterno di un supermercato di via Campana, a Quarto. L'unica «colpa» dei due nordafricani fu quella di avere aiutato i carabinieri nella cattura di un rapinatore che aveva messo a segno il suo colpo in una profumeria. Con bastoni di legno e spranghe di ferro, il commando punitivo picchiò selvaggiamente i due extracomunitari. Luigi Palumbo venne arrestato subito dopo. Era il 21 novembre del 2008. Camminava tranquillamente in strada, nonostante si trovasse anche in regime di sorveglianza speciale. Un affronto da lavare con inaudita violenza per Palumbo che da quel giorno ha dovuto fare i conti con altri arresti e destinazioni a case-lavoro. Un nome molto noto quello del 38enne, soprattutto per il suo legame di sangue con Nicola Palumbo, detto «faccia abbuffata» e considerato uno dei vertici della camorra quartese, quella legata al boss puteolano Gennaro Longobardi e che aveva come «zona di competenza» il così detto Bivio. Al di là del confine naturale, invece, opera il clan Polverino. Nicola Palumbo è in carcere dal 13 maggio del 2003, giorno del primo storico blitz dei carabinieri contro il clan Longobardi-Beneduce. L'inchiesta era quella sulle estorsioni del clan all'interno del mercato ittico all'ingrosso di Pozzuoli. Considerato il bracio destro del boss quartese Salvatore Cerrone, Nicola Palumbo aveva scalato i vertici dell'organizzazione. Sempre ai margini, invece, sarebbe rimasto il fratello Luigi, il «picchiatore», costretto a latitare con un vero camorrista.

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