sabato 8 settembre 2012

Estorsione aggravata, in cella figlio del boss trucidato al Circolo Canottieri

La "strage del Molosiglio". Vennero uccisi il boss Di Costanzo e tre guardaspalle
(Pubblicato su Il Mattino del 6 settembre 2012) 

di ALESSANDRO NAPOLITANO - E' un vero e proprio «figlio d'arte», ma con mire ben diverse dal padre che per anni ha avuto nelle sue mani il potere criminale a Pozzuoli. Pasquale Di Costanzo, 36 anni, è stato arrestato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. E' uno dei figli di Giovanni Di Costanzo, «storico» boss barbaramente ucciso nel 1989 all'interno del Circolo Canottieri di Posillipo, nella così detta «strage del Molosiglio». Pasquale Di Costanzo aveva appena 13 anni quando è rimasto senza il padre. I precedenti e gli arresti non sarebbero mancati nella sua «carriera», fino all'ultimo arresto compiuto dalla polizia. Il 36enne si era recato presso un cantiere edile di Pozzuoli. Qui avrebbe chiesto di incontrare  chi dirigeva i lavori. La «richiesta» sarebbe stata fin troppo esplicita. O si pagava o il cantiere non sarebbe potuto rimanere aperto. Pasquale Di Costanzo avrebbe parlato a nome «degli amici di Pozzuoli», il più classico dei biglietti da visita della criminalità organizzata quando sta per scattare il tentativo di estorsione. Le indagini della Squadra Mobile sono arrivate all'individuazione dell'uomo, finito poi in manette e trasferito in cella. Non è la prima volta che Pasquale Di Costanzo entra in carcere. Diversi i precedenti del 36enne, tra cui l'arresto subito assieme allo zio Gennaro, oggi 43enne. I due finirono in manette dopo l'ultima rapina ai danni di un benzinaio di via Solfatara. Rapina aggravata a e continuata. Questa l'accusa per i due. Una famiglia nota soprattutto per il «potere» sul lungomare di via Napoli quella dei Di Costanzo, mai più ai vertici del clan dalla morte del padre Giovanni, ma sempre ritenuta influente. Rapine ed estorsioni. Queste le «specialità» dei componenti della famiglia. E poi fiumi di cocaina. Non da spacciare, ma da assumere. Arresti eclatanti quelli nei confronti della miriade di parenti di Pasquale Di Costanzo, tra cui quello per un'estorsione all'interno del cimitero di Pozzuoli. Nella rete finì la ditta che gestisce il servizio per l'illuminazione votiva. In manette Gennaro Di Costanzo. E poi ancora il controllo degli abusivi della sosta, sempre sul lungomare, così come quello dei lidi non autorizzati. Una «terra di confine» che negli ultimi mesi ha visto anche diversi ferimenti e gambizzazioni quella di via Napoli. Giovanni Ruro e Crescenzo Di Lauro, le ultime due «vittime», feriti entrambi alle gambe da diversi colpi di pistola esplosi da ignoti. Hanno raccontato di essere stati vittime di rapine, ma le loro versioni non hanno mai convinto del tutto le forze dell'ordine. Il lungomare di Pozzuoli, dunque, come cartina di tornasole dei mutati equilibri criminali in città. 

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