(Pubblicato su Cronache di Napoli del 4 maggio 2012)
POZZUOLI (Alessandro
Napolitano) - Si aprirà questa mattina, davanti ai giudici della
Quinta Sezione Collegio C del Tribunale di Napoli, il processo contro
i due rumeni che un anno fa vennero arrestati con le accuse di
violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e rapina. Si tratta
di Hristache
Caluian, di 39 anni e Marian George Tase, di 22, detenuti dal 7
maggio del 2011. Ad arrestarli furono gli agenti del commissariato di
Pozzuoli. A far scattare le indagini, durate pochissime ore, fu il
racconto della presunta vittima delle sevizie, una donna ucraina di
26 anni, K.K. Questa, dopo aver ricevuto le cure dei medici
dell'ospedale Santa Maria delle Grazie (il referto parlava di trauma
cranico facciale, lesioni alle ossa nasali, escoriazioni sul volto e
sul dorso ed ecchimosi) raccontò ciò che le era successo la notte
precedente. Seconto quanto riferito agli agenti, la donna era tornata
in Italia da pochissimi giorni e, dopo aver contattato un'amica,
insieme decidono di trascorrere la serata con altre persone, in
un'abitazione di Licola Mare. L'occasione sarebbe stata propizia
anche per la ricerca di un lavoro, visto che la 26enne aveva perso
quello precedente. La serata, però, presto si trasformerà in un
incubo. Con la complicità dell'amica che l'aveva portata in quella
casa, sempre secondo il racconto della vittima, in due iniziano ad
insidiarla. Si tratterebbe proprio dei due rumeni ora imputati nel
processo a loro carico. Tra i più brilli si sarebbe “distinto”
il rumeno 39enne che avrebbe iniziato le sua avances nei confronti
dell’ucraina che però le avrebbe a sua volta rifiutate.
All’ennesimo “no” della donna, però, sarebbe intervenuta
proprio la sua mica, colei che a quella cena l’aveva invitata.
Sarebbe stata proprio questa a colpire violentemente la 26enne che, a
quanto pare, non avrebbe dovuto rifiutare le avances dei suoi amici.
Da quel momento in poi iniziò l'incubo. Rimasta sola in casa con i
due uomini, la 26enne sarebbe stata picchiata per una notte intera e
poi violentata a più riprese da entrambi. Per lei sarà impossibile
anche scappare da quell'abitazione di Licola Mare. La porta, infatti,
era stata chiusa a chiave. Qualcuno, però, pare abbia sentito le
urla provenire da quella casa, anche se nessuno telefonò alle forze
dell'ordine. Intanto la notte è finita ed i due presunti aguzzini
escono di casa per recarsi ad un maneggio dove lavorano, sempre in
zona. La vittima riesce a scappare, ma si accorge che dalla sua borsa
sono spariti anche alcuni effetti personali. Il resto avverrà in
ospedale. Lo choc, le cure, i tamponi e il coraggio di raccontare
tutto alla polizia.
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