venerdì 16 novembre 2012

Rinchiusi dai banditi in cella frigorifera: lanciano sos con telefonino. Salvati

(Pubblicato su Il Mattino del 15 novembre 2012)

di ALESSANDRO NAPOLITANO Li hanno legati, imbavagliati e chiusi in una cella frigorifera per diverse ore. L’obiettivo era quello di portare via «di peso» la cassaforte. Troppo lunga l'operazione, però, tanto da indurre i malviventi a desistere. A salvare invece i dipendenti rinchiusi al gelo è stato il telefono cellulare di uno di loro, di cui i rapinatori non si erano accorti. È accaduto all’interno di un capannone di un’azienda che si occupa di prodotti lattiero-caseari, nel complesso industriale San Martino. Erano circa le tre di notte. All’interno dell’azienda erano ancora al lavoro tre operai. I turni lo prevedono, visto il tipo di attività. Tra automezzi da caricare e documenti da redigere, nessuno si accorge che all'interno del capannone sono entrati tre rapinatori. Indossano tutti passamontagna, ma soprattutto sono armati di pistole e fucili. La banda di malviventi si muove con estrema disinvoltura e rapidità. Appaiono subito dei professionisti. I tre dipendenti, colti di sorpresa, vengono costretti ad entrare in una delle grosse celle frigorifere dell’azienda. La temperatura all’interno è di circa 4 gradi, ma nessuno è «attrezzato» per resistere molto tempo al suo interno. I malcapitati sono tutti vestiti con abiti leggeri. Una volta entrati nella cella, i tre vengono anche legati con del nastro adesivo e privati di portafogli e telefoni cellulari. Una volta chiusi dentro, per i tre rapinatori inizia il lavoro che probabilmente avevano sottostimato: riuscire a portare via una pesante cassaforte «incastonata» in una parete. Il tempo trascorre, ma la pesante cassetta blindata non si smuove dal muro. Per i rapinatori arriva la decisione estrema: abbandonare l’idea di impadronirsi della cassaforte prima dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine o della vigilanza privata. Andando via, però, i malviventi non si curano di liberare gli ostaggi chiusi oramai da tempo a 4 gradi centigradi indossando solo abiti da lavoro. A tutti era stato tolto il telefono cellulare, ma tra gli ostaggi c’è chi ne aveva due con sè. Il secondo è sfuggito ai malviventi. Nonostante l’imbrigliatura con il nastro adesivo a cui è costretto, uno dei dipendenti riesce a estrarre il telefono dalla tasca dei pantaloni e a telefonare al titolare dell’azienda. Poco dopo i tre sono liberi, seppur provati dalla bassa temperatura a cui erano stati costretti per oltre un’ora. Magro il bottino per i rapinatori, andati via soltanto con portafogli e telefoni. Nessuno tra gli ostaggi fortunatamente è dovuto ricorrere alle cure dei medici. Ancora un «colpo», quindi, tra i capannoni della zona industriale di Pozzuoli, anche se in questo caso è andata decisamente male ai rapinatori. L'ultimo colpo era stato messo a segno ai danni di un'importante azienda che commercializza prodotti surgelati.

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