domenica 9 dicembre 2012

Bomba Maya, un Capodanno da fine del mondo. Maxisequestro della Finanza. Pozzuoli, in un capannone a poca distanza da abitazioni nascosti petardi micidiali

(Pubblicato su Il Mattino del 7 dicembre 2012)

di Alessandro Napolitano La sua esplosione non solo avrebbe ridotto in un ammasso di lamiere il capannone nella quale era stata realizzata, ma addirittura denneggiato le abitazioni vicine. E' la «bomba Maya», l'ultima invenzione pirotecnica che sarebbe finita sul mercato clandestino dei botti di fine anno. A scoprire la fabbrica è stata la Guardia di Finanza di Pozzuoli, al termine di un'indagine che aveva portato due settimane fa ad un altro rinvenimento simile, nel giuglianese. I militari del capitano Michele Ciarla hanno proseguito le loro ricerche, con appostamenti e pedinamenti. Fino a giungere in via Maria Goretti, stradina al confine tra Pozzuoli e Varcaturo. E' qui che un 42enne puteolano, S.L. sfruttava il capannone che originariamente utilizzava per conservare gli attrezzi e i macchinari per la sua attività di agricoltore. Di aratri e trattori, però, nemmeno l'ombra. Al loro posto tutto il necessario per la fabbricazione di botti proibiti, ma anche tanta marijuana. Una doppia attività per l'uomo poi finito in manette. Il 42enne è stato sorpreso mentre confezionava l'ultima «bomba». Poco prima aveva terminato quella pesante due chili, con un potenziale esplosivo impressionante. Bilancini, cartoni sagomati e cilindretti di plastica erano sparso ovunque. Oltre un quintale il peso complessivo dei botti sequestrati dalle fiamme gialle, per un valore di mercato di circa 50mila euro. Tra questi 15 esemplari di diverso peso di micidiali botti. E' quanto chiede il mercato clandestino: formati differenti a prezzi diversi a seconda della capacità esplosiva. La più leggera pesava mezzo chilo. Nulla a confronto alla «bomba Maya» che se esplosa avrebbe portato ad un effetto a catena devastante,  colpendo anche le abitazioni nelle quali vivono diversi parenti del 42enne arrestato in flagranza. In un sacco erano custoditi 13 chilogrammi di miscela esplodente, composta principalmente da cloruro di alluminio. All'interno del capannone non è stato trovato nemmeno un estintore che avrebbe potuto evitare il peggio in caso di principio di incendio. Nessuna misura di sicurezza, dunque, ma tante altre «sorprese» per i finanzieri. Come gli oltre due chilogrammi di marijuana già essiccata e nascosta in un sacco di plastica. Della stessa natura anche lo stupefacente ritrovato a casa del 42enne, assieme ad altri 116 grammi di hashish già incellophanato. La marijuana sarebbe stata messa ad essiccare nei mesi scorsi nel capannone poi finito nella rete della Guardia di Finanza. Una doppia attività illecita, dunque, per l'uomo che davanti ai finanzieri si è così giustificato: «Lo faccio solamente per vivere». Una dato che sta emergendo con sempre maggiore frequenza. Agricoltori che si prestano alla coltivazione di marijuana sui propri terreni. Come il contadino che a settembre finì in manette dopo che i finanzieri avevano scoperto che nel suo appezzamento di Monterusciello coltivava cannabis. Pesavano oltre un quintale le piante sequestrate e poi distrutte. Identico quanto scoperto a Torre Poerio e a via Campiglione, con il rinvenimento record si un fusto pesante 50 chili.

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