sabato 26 gennaio 2013

Scarcerato Palumbo, il ras delle estorsioni. Dopo aver scontato 10 anni di carcere per appartenenza al clan Longobardi-Beneduce

(Pubblicato su Il Mattino del 23 gennaio 2013) 

di Alessandro Napolitano Nicola Palumbo è tornato libero. Il 48enne, conosciuto anche come «Faccia abbuffata», ha scontato in carcere dieci anni di detenzione, accusato di aver fatto parte del clan Longobardi-Beneduce. L'uomo era finito in manette nel 2003, all'epoca del blitz dei carabinieri contro la mala flegrea, al termine dell'inchiesta della Procura Antimafia di Napoli sulle estorsioni al mercato ittico. Considerato un «pezzo da 90» del clan, Palumbo era inserito nell'ala quartese dell'organizzazione, conosciuta come «quelli del Bivio». Durante la detenzione Plaumbo ha ricevuto altre ordinanze di custodia cautelare, tra le quelli quella collegata alla seconda grande inchiesta sui Longobardi-Beneduce, nel giugno del 2010. Un anno e mezzo dopo, però, arriva l'assoluzione. L'accusa aveva chiesto 12 anni di carcere. Ripetuta poi poche settimane fa, durante il processo di Appello che si sta ancora celebrando. La sentenza Palumbo l'ascolterà da uomo libero, anche se in regime di sorvegliato speciale. E' accusato di estorsione aggravata nei confronti di un ormeggiatore di Pozzuoli. La presunta vittima ha raccontato di aver versato nelle casse dell'organizzazione fino a 10mila euro all'anno di tangente per poter lavorare senza avere problemi. Palumbo si sarebbe poi recato dall'ormeggiatore dopo che quest'ultimo «osò» praticare un prezzo di favore ad un suo cliente. Quindi facendo concorrenza ad un altro ormeggiatore legato al clan. Drammatico il racconto della vittima che emerge dagli atti dell'inchiesta: «Dopo avermi percosso, mi hanno imposto di andare via da quel tratto di spiaggia e io fui costretto ad andarmene - aggiungendo - Quando venni minacciato con la pistola mi fu inserita la canna in una delle narici e venni picchiato e mi spaccarono il naso». Nicola Palumbo però è stato condannato anche per reati diversi, come l'aver istigato alla corruzione un agente della polizia penitenziaria. Avvenne nel carcere San Giuliano di Trapani. Dietro il pagamento di 1500 euro, Palumbo e altri quattro detenuti cercarono di ottenere un trattamento particolare: aragoste, babà e mozzarella di bufala, il tutto annaffiato da champagne francese. La guardia denunciò l'accaduto, facendo scattare un'altra accusa per «Faccia abbuffata».

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