lunedì 23 gennaio 2012

Camorra, quando il clan minacciava i consiglieri comunali

L'aula consiliare di Quarto

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 22 gennaio 2012)

Di Alessandro Napolitano

Politica e camorra, un connubio ipotizzato da tempo dall'Antimafia di Napoli e che vedrebbe Quarto, ancora una volta, al centro di forti interessamenti da parte del clan Polverino alle vicende che riguardano il consiglio comunale. Consiglieri che avrebbero fatto affari con personaggi ritenuti di spicco all'interno del clan, connivenze tra imprenditoria edile legata ai Polverino e Ufficio Tecnico Comunale, ma soprattutto voto di scambio in cui l'organizzazione camorristica avrebbe avuto un ruolo predominante per più tornate elettorali. Le inchieste dell'Antimafia hanno ipotizzato tutto questo. Emergono, poi, altri particolari che ben descriverebbero la fortissima influenza che gli uomini legati ai Polverino avrebbero avuto direttamente su alcuni consiglieri comunali. Da un'intercettazione effettuata dai carabinieri, infatti, emerge il ruolo di Salvatore Liccardi, alias Pataniello, arrestato lo scorso settembre dopo quattro mesi di latitanza. Il 37enne, parlando con suo cugino Salvatore Camerlingo, (candidato alle amministrative del 2011, ma finito in carcere poco primo della consultazione elettorale) chiede a quest ultimo di minacciare un esponente del Popolo delle Libertà che siede tra i banchi del parlamentino locale per ciò che era accaduto pochi giorni prima, durante una seduta del consiglio e di cui lo stesso Pataniello ne ha appreso dai giornali. Era il 10 gennaio del 2009. Da poco si era svolta una seduta straordinaria del consiglio comunale, durante la quale si erano votati alcuni debiti fuori bilancio. La maggioranza dell'epoca, quella di centrosinistra guidata dal sindaco Secone, era in difficoltà. Molti esponenti dei partiti che sostenevano il primo cittadino erano assenti. Al raggiungimento del numero legale ci si arrivò soltanto grazie alla presenza in aula di alcuni consiglieri del Pdl, cosa che fece saltare i nervi ad Armando Chiaro, coordinatore locale del partito, nonché consigliere comunale dello stesso. Questo quanto accaduto in quei giorni. Liccardi, rivolgendosi a suo cugino Salvatore Camerlingo, afferma: "Mo che ti volevo dire, dopo, devi fare una minaccia" facendo seguire alle sue parole il nome di un esponente del Pdl. Il cugino gli chiede il motivo e Salvatore Liccardi spiega: "dici: "…comunque gli amici stanno... domani mattina fatti trovare alle nove che ti devono parlare. Per il fatto di sopra al giornale, ti devono parlare un poco però a piede fermo glielo devi dire. Eh...eh sopra al giornale sta scritto.." La conversazione intercettata finisce così, ma da quanto emerge dalle cronache politiche di quei giorni appare chiaro a cosa si stia riferendo Pataniello: una chiara influenza sullo svolgimento della vita politica del comune da parte del clan. D'altronde, come detto, è questa l'ipotesi dei pubblici ministeri che stanno indagando a fondo sulla cittadina flegrea. Parte delle vicende, poi, sono già approdate in tribunale, nel quale si sta svolgendo il processo per presunto voto di scambio alle amministrative del 2007.

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