sabato 14 gennaio 2012

Clan Polverino, Armando Chiaro e la casa del boss: "Ecco perché la intestai a me"

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 13 gennaio 2012)



QUARTO (Alessandro Napolitano) – Armando Chiaro, l'ex consigliere comunale accusato di essere un “colletto bianco” del clan Polverino, avrebbe fornito ai magistrato la sua versione dei fatti riguardante una delle principali accuse che gli vengono mosse, quella di essersi intestato un appartamento riconducibile al boss Giuseppe Polverino. L'ex coordinatore quartese del Popolo delle Libertà ha incontrato in carcere, dove è detenuto da oltre otto mesi, i magistrati ai quali avrebbe raccontato di essere volato in Spagna e di essere l'intestatario di un appartamento nel quale vivrebbe la compagna del boss latitante. Un racconto, però, che avrebbe mirato a dimostrare che la scelta di firmare un contratto di locazione di un'abitazione riconducibile all'introvabile capoclan sarebbe avvenuta dietro la forte pressione di un altro presunto affiliato all'organizzazione, anch'egli attualmente detenuto dal 3 maggio scorso. La deposizione di Armando Chiaro sarebbe avvenuta prima della chiusura delle indagini da parte dell'Antimafia di Napoli e dietro richiesta dello stesso indagato. Questa, per ora, la novità giudiziaria più importante sull'inchiesta che nel maggio scorso culminò con un vero e proprio terremoto giudiziario per la cittadina flegrea. Decine di arresti, tra cui anche candidati alle elezioni amministrative. Oltre allo stesso Chiaro (che verrà anche eletto con 385 preferenze, prima che il prefetto sospendesse la sua elezione) infatti, ad essere stato inserito nelle liste elettorali c'era anche Salvatore Camerlingo, finito in manette nel corso dello stesso blitz, all'alba del 3 maggio scorso. Negli ultimi mesi il castello accusatorio dei pubblici ministeri si sarebbe arricchito copiosamente, soprattutto dopo la scelta di collaborare con la giustizia da parte di Roberto Perrone, ex ras dei Polverino per ciò che concerneva gli affari quartesi del clan. E' stato anche grazie alle dichiarazioni di Perrone che il 27 dicembre scorso sono finti sotto sequestro decine di appartamenti, box auto e negozi, tutti considerati beni immobili riconducibili ai Polverino e realizzati in via Viticella, località collinare di Quarto. Dichiarazioni che però hanno finito per far tremare anche e soprattutto il mondo della politica locale, nelle quali è stato tirato in ballo un "attuale consigliere comunale, con il quale già in passato avevamo fatto degli investimenti che in seguito riferirò". Mansarde da costruire con un investimento per centinaia di migliaia di euro, ma che alla fine sfumò. Lo stesso pentito, poi, oltre a fare nuovi nomi di politici con i quali il clan avrebbe fatto affari, nomina ancora una volta Nicola Imbriani, il noto imprenditore edile ancora latitante che riuscì a sfuggire all'arresto durante il blitz di maggio. Nonostante i tanti arresti arrivati dopo maggio, nei confronti di coloro che erano riusciti ad evitare le manette – come Salvatore Liccardi, alias Pataniello – di Imbriani ancora nessuna traccia. Così lo descrive il pentito Domenico Verde: “Egli è un costruttore che svolge la sua attività insieme a Giuseppe Polverino; egli svolge la sua attività pertanto, insieme al clan Polverino. L’ho incontrato anche a Coma Ruga (vicino Barcellona, ndr) in quanto egli venne a parlare con Polverino Giuseppe di un problema concernente la discarica dei rifiuti di Quarto che era stata interessata da un sequestro”.

Nessun commento:

Posta un commento