giovedì 27 gennaio 2011

Dissequestrata cava Liccarblock in via Spinelli, la magistratura ne ordina la bonifica

Pubblicato su Cronache di Napoli del 27 gennaio 2011


QUARTO (Alessandro Napolitano) – E’ stato eseguito ieri mattina il dissequestro della cava di via Spinelli, finita sotto sigilli il 31 luglio del 2008 dopo un’operazione della Guardia di Finanza. Le accuse mosse ai gestori della cava era quella di aver sversato rifiuti speciali nell’incavo di tufo, con l’aggravante di aver svolto il tutto “a braccetto” con la malavita organizzata ed in particolare con il clan più temuto e potente della regione, quello dei casalesi. Ieri le Fiamme Gialle di Pozzuoli hanno eseguito il dissequestro disposto dal pm antimafia che ha dato vita all’inchiesta, Antonio Ardituro. Alla base del dissequestro c’è “l’ordine” impartito ai gestori della cava di tufo di eseguire la bonifica dell’area. Una volta portata a termine l’operazione di ripulitura della cava, questa tornerà nelle mani dell’autorità giudiziaria la quale ne deciderà poi la futura destinazione. Per i 40mila abitanti di Quarto potrebbe così aumentare il timore che la stessa cava, una volta bonificata, possa essere destinata ad accogliere i rifiuti dell’area flegrea, così come oramai sembra essere stato deciso dalla Provincia di Napoli. Non sarà, però, un’operazione di breve durata quella di bonifica della cava. Potrebbero trascorrere mesi prima che tutti i rifiuti speciali vengano portati via dalla cava. La bonifica, così come deciso dalla magistratura, sarà eseguita per mano degli stessi gestori della cava e a loro totale carico economico. Nell’estate del 2008 la Guardia di Finanza di Pozzuoli eseguì il sequestro della cava. Nella stessa inchiesta finirono anche 16 persone, tutte indagate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e di associazione esterna con l'aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata. Sotto sequestro finirono anche 12 automezzi utilizzati dalla società che gestiva la cava. Le imprese dedite allo smaltimento nella cava e finite nell'inchiesta ancora in corso avevano sede sia nella provincia di Caserta, in particolare a Casal di Principe, San Cipriano di Avesra e San Nicola la Strada, sia nella provincia di Napoli come Villaricca, Pianur e Quarto. Secondo gli investigatori risultano collegamenti tra il clan dei Casalesi e il clan Polverino di Quarto e i Nuvoletta di Marano. L’indagine venne stata condotta attraverso mirati servizi di osservazione compiuti dalla Finanza che conentirono di accertare, nel periodo tra febbraio e aprile del 2008, una costante attività di sversamento di rifiuti speciali non autorizzata, all’apparenza di provenienza edilizia. Il territorio di via Spinelli, sul quale insistono altre tre cave, fu già oggetto di attenzione e da parte del commissariato prefettizio nel 2007, per l’eventuale inserimento nel piano del parco dei Campo Flegrei, anche per la vicinanza con la zona archeologica della necropoli e della così detta “Fescina”, traccia millenaria della storia locale.

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