sabato 22 gennaio 2011

Processo su voto di scambio a Quarto, nuovo rinvio ad ottobre. Alla sbarra 101 imputati

Pubblicato su Cronache di Napoli del 20 gennaio 2011

Per il processo a carico di 101 imputati per voto di scambio e altro è arrivato un nuovo rinvio. Se ne riparlerà il prossimo 20 ottobre. Così è stato deciso nella sede distaccata di Pozzuoli del tribunale di Napoli. Aumenta, a questo punto, il rischio che l’intero procedimento possa finire in prescrizione. E’ dal marzo del 2010 che il processo tenta invano di iniziare, ma fino ad ora sono giunti solo rinvii. L’ultimo è stato dovuto al mancato insediamento del giudice che dovrà presiedere il procedimento. Una vera e propria corsa contro il tempo, dunque, per la magistratura che tenterà, magari con la programmazione di diverse udienze in poche settimane, di recuperare il tempo fin qui trascorso. Alla sbarra ci sono ben 101 imputati. L’accusa principale riguarda il voto di scambio in occasione della tornata elettorale del maggio del 2007. La notte precedente il sabato pre-elettorale, centinaia di carabinieri perquisirono uffici, abitazioni private, cantine, garage e automobili. Furono trovate in diversi casi tessere elettorali originali e fotocopiate, fogli manoscritti con cifre in denaro e  nominativi di cittadini elettori, volantini elettorali indicanti candidati sindaci e consiglieri comunali. Decine di persone furono ascoltate dai carabinieri nei giorni successivi. Una vera e propria bufera sui abbatté sulla città che tornava al voto dopo l’ennesimo commissariamento della macchina comunale. Una valanga di avvisi di garanzia furono recapitati a presunti “galoppini”, esponenti politici e candidati alla carica di primo cittadino. Il successivo rinvio a giudizio, giunto nell’ottobre del 2009, ha riguardato due consiglieri comunali attualmente in carica, Armando Chiaro (Popolo delle Libertà) e Gennaro Prencipe (candidatosi da sindaco con Italia di Mezzo) C’è anche chi si è costituito parte civile. Si tratta dell’avvocato Gaetano Montefusco che, “sfruttando” quanto previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo 267 del 2000 (Ciascun elettore può far valere in giudizio le azioni e i ricorsi che spettano al comune e alla provincia) tenterà di arrivare ad un risarcimento danni per l’ente comunale in caso di condanne. La costituzione in parte civile non riguarderà il caso dell’imputata Fabiola D’Aliesio, candidata sindaco con la Lista Comunista, su cui gravano accuse del tutto diverse rispetto agli altri imputati nello stesso procedimento, tra cui vilipendio alla magistratura Le indagini che hanno portato all’apertura dell’inchiesta furono condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, promosse dai pubblici ministeri Gloria Sanseverino e Antonio Ardituro. 

Alessandro Napolitano

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