domenica 19 febbraio 2012

Clan Longobardi, "Quelli del Bivio" attendono la sentenza. Le richieste di condanna dei pm

Biagio Fruttaldo. Per lui i pm hanno chiesto 14 anni di carcere
(Pubblicato su Cronache di Napoli del 18 febbraio 2012)

POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Dopo un anno di processo sono arrivate le richieste di condanna per cinque presunti estorsori legati al clan Longobardi-Beneduce, accusati di aver taglieggiato per anni un imprenditore di Bacoli, Maurizio I., testimone di giustizia. Gli imputati sono Carmine Riccio, Marcello Moio, Silvio De Luca, Ferdinando Marcellino e Biagio Fruttaldo. Le richieste dei pubblici ministeri sono pesanti. Per Biagio Fruttaldo la richiesta è stata di 14 anni di reclusione; per Riccio, detto “Peppe faccia verde” 12 anni; Per Moio 8 anni e 6 mesi; per  De Luca 12 anni e 6 mesi ed infine 6 anni per Ferdinando Marcellino. Secondo l'accusa i cinque avrebbero, ognuno con un ruolo differente, costretto l'imprenditore bacolese, titolare di un'autofficina per mezzi pesanti, a pagare diverse somme di denaro durante un lungo periodo, dal 2005 al 2009. Sarebbero state di circa mille euro le somme che l'imprenditore avrebbe dovuto versare agli uomini del clan, alle “canoniche” scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto. Questo sarebbe avvenuto fino al 2008. Nell'ultimo periodo, però, le richieste estorsive sarebbero raddoppiate, fino ad arrivare a 2mila euro. Nel processo che si sta avviando alla fase conclusiva e che si sta celebrando davanti ai giudici della Nona Sezione Penale Collegio A del Tribunale di Napoli, si sono costituiti parte civile lo stesso imprenditore, il comune di Bacoli, quello di Pozzuoli  e l'associazione antiracket “Sos Impresa”, tutti rappresentati agli avvocati Alessandro Motta e Alfredo Nello. Nell'ottobre del 2010 Carmine Riccio venne già condannato per associazione di stampo mafioso a 11 anni di reclusione, assieme ad altri sei affiliati all'ala quartese del clan, denominati “Quelli di fuori al Bivio”

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