domenica 19 febbraio 2012

L'impero dell'hashish e i suoi servitori. L'identikit del corriere perfetto

Il ritrovamento di oltre 200 kg di hashish al confine con la Francia
(Pubblicato su Cronache di Napoli del 19 febbraio 2012)


MARANO
(Alessandro Napolitano) – Persone “pulite”, senza alcun precedente penale e disposte a guadagnare denaro trasportando quintali di droga nelle proprie auto. E' questo l'identikit dei corrieri utilizzati dal clan Polverino per il traffico internazionale di hashish. Un mercato con un giro di affari milionario e che ha permesso al clan guidato dal boss Giuseppe Polverino di creare un vero e proprio impero. Introiti incalcolabili reinvestiti poi in attività economiche, come negozi, bar, imprese edili. L'impero dell'hashish dei Polverino non sembra avere pari nel resto d'Europa, come entità. Da Marano alla Spagna, andata e ritorno. Non sempre però i “viaggi” finiscono bene per i corrieri ingaggiati dall'organizzazione. Polizia e carabinieri, infatti, nel tempo hanno messo a segno con successo operazioni che hanno portato ad arresti e a scoperte sensazionali. Come quella che nell'aprile del 2009 al confine tra Italia e Francia, quando furono scoperto oltre due quintali di hashish nel doppiofondo di un'automobile guidata da sue “insospettabili”, Domenico e Vincenzo Ruffano, nipote e zio e residenti a Pozzuoli e Quarto. La mattina del 7 aprile di tre anni fa i due uomini vennero bloccati dai carabinieri a Sanremo. Dopo aver notato che la ruota di scorta era stata posizionata direttamente sui sedili posteriori, i carabinieri decisero di portare la vettura in caserma. Qui, con l'ausilio dei vigili del fuoco, venne recisa una barriera di metallo che fungeva da nascondiglio nel quale erano stipati 225,72 chilogrammi di “fumo”. Dagli atti dell'inchiesta che ha portato all'emissione di nuove misure cautelari, in cui tra i destinatari ci sono anche gli stessi  Domenico e Vincenzo Ruffano, emergono nuovi particolari su quell'operazione. I due credevano di poter bypassare i controlli stradali attraverso diversi escamotage e di riuscire a farla franca. I corrieri dei Polverino, invece, erano finiti già nel mirino dei carabinieri che li stavano pedinando. Le indagini erano iniziate ben sei giorni prima dell'arresto. Il primo aprile 2009 i carabinieri iniziano a seguire un gruppo di quattro persone che dall'area flegrea viaggiano in direzione della Spagna, passando dalla Francia.  Domenico e Vincenzo Ruffano viaggiano su una Skoda. Come “staffetta” viene utilizzata una Mercedes con il compito di individuare eventuali posti di blocco, soprattutto al confine italo-francese. Al posto passeggero è seduto Pietro Zannella, anch'egli destinatario di una misura cautelare. L'auto di rientro dalla Spagna e imbottita di hashish inizia a percorrere strade provinciali e secondarie, per evitare i controlli stradali piuttosto frequenti sulle autostrade. L'auto staffetta oltrepassa più volte il confine, ripetendo sempre lo stesso giro. Il tutto avviene sotto gli occhi dei carabinieri in borghese che stanno seguendo le “mosse” dei corrieri. Dal finestrino passeggeri qualcuno cerca di capire se tra diverse auto in sosta possano esserci anche vetture “civetta” della forze dell'ordine. Sarà tutto inutile. Non appena la Skoda si fermerà in un parcheggio, i carabinieri interverranno circondandola e scortandola poi in caserma, dove verrà ispezionata con cura. Al suo interno, come detto, oltre due quintali di hashish nascosti in un doppiofondo. Era lo stupefacente destinato al clan Polverino che poi lo avrebbe distribuito a tutte le piazze di spaccio di Marano e Quarto, attraverso i suoi uomini. 

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