venerdì 10 febbraio 2012

"Qualcosa a piacere", ma per il boss. Parcheggiatori, un altro affare per il clan

Il boss Salvatore Pagliuca
(Pubblicato su Cronache di Napoli del 10 febbraio 2012) 

POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Non solo la totalità di loro non paga mai un solo centesimo delle multe comminategli, ma alcuni sarebbero persino al soldo della camorra. Pagano per poter “lavorare” in determinati luoghi strategici della città, mentre altri sarebbero vere e proprie “pedine” messe in campo direttamente dai boss locali. A svelarlo sono alcuni collaboratori di giustizia, una volta appartenenti al clan Longobardi-Beneduce. Le loro dichiarazioni rese davanti ai magistrati sono molto dettagliate e offrono un quadro esauriente per poter affermare con certezza che l'affare della soste abusiva ha da sempre avuto un capitolo nei bilanci della malavita organizzata. Uffici pubblici, strade particolarmente affollate e persino ospedali. Il clan sa bene dove piazzare i suoi uomini che dietro quella che potrebbe apparire una semplice ed innocua richiesta di denaro, nascondono invece una vera e propria entrata di denaro per le casse dell'organizzazione criminale. Francesco De Felice, pentito del clan che dal 2009 ha iniziato a collaborare con la giustizia, ha raccontato che alcuni parcheggiatori di Pozzuoli erano "vicini e comunque imparentati con Partorina Arcone". La donna è la moglie del boss Salvatore Pagliuca, condannata lo scorso 21 settembre a 18 anni di carcere per associazione di stampo mafioso. Il marito, nella stessa occasione, ne ha rimediato 20. Lo stesso pentito, poi, parla di un altro parcheggiatore che lavorava nello spazzo antistante la sede dell'Inps di via Campana, il quale dava "100 euro a settimana a Salvatore Pagliuca, per essere autorizzato a fare il parcheggiatore lì". Successivamente, racconta sempre il collaboratore di giustizia, altri due affiliati al clan, i fratellastri Ferdinando Aulitto e Gennaro Sannino (condannati rispettivamente a 20 e 8 anni di carcere) hanno messo presso tali parcheggi persone di loro fiducia". Lo stesso pentito, poi, fa il nome di un altro presunto affiliato, pluripregiudicato "che era l’effettivo destinatario dei 100 euro per conto del Pagliuca Salvatore”. Il collaboratore spiega anche come gli uomini del clan abbiano "messo presso tali parcheggi persone di loro fiducia". Il pentito Antonio Perrotta fa invece riferimento al mercato ittico all'ingrosso, già finito nell'inchiesta del 2003 per le tangenti che gli operatori versavano al clan Longobardi-Beneduce. Nel piazzale del mercato un altro abusivo della sosta "faceva il parcheggiatore all'interno del mercato ittico". Questo "pagava una quota dei suoi introiti a Ferdinando Longobardo (fratello del boss Gennaro, ndr) e, qualche volta, dava anche a me circa un milione a settimana e qualche volta anche due". Altra zona “calda” per quanto riguarda la presenza dei parcheggiatori abusivi è quella all'ingresso del vulcano Solfatara. Il pentito Perrotta ha raccontato di un abusivo che "aveva fatto più di venti anni di carcere. Egli faceva il parcheggiatore sopra la solfatara ed è sempre stato un rapinatore". In pratica, a Pozzuoli, ma non solo, sarebbero numerosissimi i parcheggiatori abusivi che lavorano per conto della camorra. 

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