sabato 24 marzo 2012

Clan Polverino, è effetto a catena. Si pente anche Biagio Di Lanno

Biagio Di Lanno alias "la papera", 32 anni
(Pubblicato su Cronache di Napoli del 23 marzo 2012)

QUARTO (Alessandro Napolitano) – C'è un nuovo pentito nel clan Polverino. Si tratta di Biagio Di Lanno, 32 anni, alias “la papera”. L'uomo, arrestato nel giugno di un anno fa dopo più di un mese di latitanza, ha deciso di collaborare con lo Stato. L'ufficializzazione del nuovo “status” del 32enne è giunta ieri mattina, in occasione di un'udienza preliminare tenutasi all'interno dell'aula bunker di Poggioreale, davanti al gip Paola Russo. I pubblici ministeri titolari dell'inchiesta “Polvere”, culminata nel maggio 2011 con 40 arresti e che nel corso del tempo si è allargata fino a giungere ad un totale di 143 indagati, hanno depositato i verbali dei collaboratori di giustizia che dopo la loro cattura hanno optato per il pentimento. Oltre al ras del clan per ciò che riguardava gli affari illeciti di Quarto, vale a dire Roberto Perrone, 48 anni detto “Paperone”, ci sono anche i verbali di Gaetano D'Ausilio alias “Musullin”, 40 anni e di Biagio Di Lanno. Quest ultimo, dunque, è il terzo affiliato all'organizzazione camorristica ad aver scelto di diventare collaboratore di giustizia tra quelli arrestati nel maggio 2011. Il collegio difensivo – formato dagli avvocati Rosario Marsico, Antonio Abet, Marco Moscariello, Domenico Ducci e altri – ha chiesto un rinvio per poter prendere visione dei “nuovi” e copiosi verbali resi dai pentiti davanti ai magistrati dell'Antimafia. In aula si tornerà il prossimo 5 aprile. Tra meno di due settimane, dunque, gli avvocati difensori chiederanno, anche in forza delle eventuali mutate posizioni dei propri assistiti, di poter scegliere per questi ultimi il processo con rito ordinario o quello con rito abbreviato. In quest'ultimo caso, nel caso di condanna degli imputati, le pene saranno ridotte di un terzo. Arriva dunque ad un punto cruciale la vicenda giudiziaria che vede alla sbarra non solo presunti affiliati, capizona, trafficanti di droga, estorsori e usurai legati al clan Polverino, ma anche “colletti bianchi”, cioè persone con importanti incarichi politici che, secondo i pubblici ministeri, avrebbero avuto contatti troppo “ravvicinati” con l'organizzazione camorristica. Tra questi spicca il nome di Armando Chiaro, 36 anni, arrestato in piena campagna elettorale. La tornata era quella del 2011, per il rinnovo del consiglio comunale. Chiaro, consigliere uscente eletto nelle fila di Forza Italia (in realtà la precedente consiliatura era “caduta” nel febbraio dello stesso anno, dopo le dimissioni in massa di 16 consiglieri) puntava ad un nuovo mandato, candidandosi con il Popolo delle Libertà. Le manette per lui scattarono all'alba del 3 maggio, così come per altre 39 persone. Chiaro, nonostante la detenzione, fu votato ed eletto con 385 preferenze, prima che il prefetto di Napoli lo sospendesse. Altro candidato a finire in carcere fu Salvatore Camerlingo, cugino 27enne di Salvatore Liccardi, detto “pataniello”, poi catturato dai carabinieri a settembre.  Un nuovo capitolo, dunque, si apre ora con il pentimento di Biagio Di Lanno, uomo considerato tra gli “addetti ai lavori” per ciò che riguardava il traffico di stupefacenti per conto del clan Polverino.

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