giovedì 15 marzo 2012

Vendette in famiglia: sperona l'auto della nipote, il fratello gli devasta l'ufficio

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 15 marzo 2012)

POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Una vendetta consumata per lavarne un'altra, il tutto tra consanguinei. E' finita con tre arresti l'operazione dei carabinieri della stazione di Licola seguita a quello che poteva sembrare, in un primo momento, un incidente stradale, con due donne costrette a ricorrere alle cure dei medici. Con varie accuse sono finiti agli arresti domiciliari due fratelli, Salvatore e Pasquale Capuano, rispettivamente di 40 e 53 anni ed entrambi pregiudicati oltre a Biagio Ciccarelli, di 28 anni. Sono tutti residenti a Giugliano. La vicenda ha avuto inizio con il ribaltamento di una Smart, martedì pomeriggio attorno alle 18, a Cuma nei pressi del depuratore. Al volante della city car c'era una donna di 25 anni, figlia di Pasquale Capuano. Al suo fianco era seduta una sua amica, 31enne, sorella di Biagio Ciccarelli. Dopo essere riuscite a lasciare la vettura da sole, raggiungevano il vicino ospedale Santa Maria delle Grazie. Entrambe riportavano ferite giudicate guaribili in cinque giorni. A far scattare i carabinieri, però, sarebbe stato il successivo racconto delle due donne uscite quasi illese dalla Smart. La 25enne e la sua amica, hanno raccontato ai loro familiari la dinamica dell'incidente. Ad averle travolte con il suo camion sarebbe stato, secondo quanto riferito dalle due, Salvatore Capuano. L'uomo, infatti, da tempo avrebbe avuto rapporti sempre più difficili con suo fratello Pasquale (con il quale condivide la sua attività di autotrasportatore) oltre che per diverbi familiari sempre più accesi. Salvatore Capuano, dunque, vedendosi davanti la Smart con al volante la figlia di suo fratello, lungo via Domitiana, non avrebbe esitato a superarla e a speronarla, tanto da provocare il ribaltamento dell'auto. Dopo il racconto dei fatti ai propri familiari, per Pasquale Capuano, padre della 25enne e Biagio Ciccarelli, parente dell'altra donna rimasta ferita nell'incidente, è scattata la fame di vendetta. I due si sono recati presso l'azienda di Salvatore Capuano, in via delle Colmate, sempre a Licola. Muniti di un cric i due sono penetrati negli uffici, iniziando a distruggere mobili, scrivanie e persino i personal computer in uso ai dipendenti. Come se non bastasse a questi ultimi sono arrivate anche minacce di morte. I lavoratori, a quel punto, hanno chiamato i carabinieri. Quando i militari sono arrivati nell'azienda di Salvatore Capuano, hanno trovato i due ancora sul posto, bloccandoli immediatamente. Dopo circa due ore, gli stessi carabinieri fermavano anche Salvatore Capuano, colui che nel pomeriggio aveva speronato la Smart con le due donne all'interno. Tutti si trovano al momento agli arresti domiciliari, in attesa di essere sottoposti al processo che si celebrerà con rito direttissimo. Una vicenda assurda, violenta e nata all'interno della stessa famiglia, ma che poteva avere addirittura conseguenze maggiori nel caso, ad esempio, le due donne avessero riportato ferite più gravi. 

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