martedì 27 marzo 2012

Arrestato durante un funerale, il comune parte civile contro presunto estorsore del clan

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 27 marzo 2012)
POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Il comune di Pozzuoli ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento a carico di Diego Scognamiglio, il 32enne arrestato nel luglio del 2011 con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, in particolare per l'avere agito a nome del clan Longobardi-Beneduce. Questa mattina si terrà l'udienza preliminare, nella quale si discuterà circa la richiesta di rinvio a giudizio del 32enne, avanzata dal pubblico ministero della Procura Antimafia di Napoli Gloria Sanseverino, il 24 febbraio scorso. Dopo l'associazione antiracket Sos Impresa guidata dal coordinatore nazionale Luigi Cuomo, anche il comune di Pozzuoli, dunque, ha avanzato la richiesta di costituzione di parte civile. L'incarico è stato dato all'avvocato Alessandro Motta. Diego Scognamiglio venne arrestato dopo aver cercato di estorcere denaro ad Antonio R., 46 anni, proprietario di due noti ristoranti di Pozzuoli. Secondo l'accusa, Diego Scognamilgio si sarebbe recato nella mattinata del 7 luglio 2011 in uno dei due ristoranti appartenenti ad Antonio R., chiedendo al direttore di sala di poter parlare “con Don Antonio”. Nel pomeriggio seguente Scognamiglio sarebbe ritornato nello stesso locale, affermando: “Ditegli a Don Antonio che siamo i compagni e che chiamasse i compagni di Marano...Sono venuto già due volte e la prossima volta che vengo è l'ultima, Perché vengo a chiudervi”. Il 32enne, poi, si sarebbe recato anche presso l'altro ristorante di famiglia, sempre chiedendo di poter parlare con Don Antonio. Il titolare, però, non si fece spaventare. Si recò direttamente dai carabinieri ai quali raccontò quanto gli era accaduto. I militari del comandante Roberto Spinola si attivarono immediatamente, facendo scattare le indagini. I carabinieri riuscirono in brevissimo tempo ad individuare l'estorsore. Durante un funerale, Diego Scognamiglio venne avvicinato da alcuni carabinieri che ,o invitarono a lasciare la chiesa, nel rione Toiano. I militari lo sottoposero a perquisizione personale, trovandogli addosso una pistola senza alcun porto d'armi. Si trattava di un'arma da guerra, semiautomatica e con la matricola abrasa: una Taurus calibro nove parabellum, modello Pt 99 Af caricata con quattro cartucce “luger”. Per Diego Scognamiglio scattò subito il fermo, poi convalidato dal gip in arresto. Da quel giorno il 32enne è rimasto in carcere, prima  Poggioreale e successivamente trasferito nella casa circondariale di Benevento. Questa mattina, dunque, si deciderà circa l'eventuale rinvio a giudizio. Determinante la testimonianza del titolare del ristorante e del direttore di sala che con il loro racconto hanno permesso l'arresto del presunto estorsore.

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