giovedì 5 aprile 2012

Processi di camorra, il pentito Perrone pronto ad incastrare anche Gaetano Beneduce

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 4 aprile 2012)

POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Domani mattina i destini di due diversi clan si incroceranno come mai avevano fatto prima. A distanza di pochi metri uno dall'altro, all'interno del tribunale di Napoli, i due processi a carico del clan Longobardi-Beneduce e quello contro il clan Polverino si intrecceranno. Il collaboratore di giustizia Roberto Perrone, oramai il più importante pentito del clan che fa capo a Giuseppe Polverino, potrebbe essere ascoltato anche nel processo che vede alla sbarra Gaetano Beneduce, accusato di essere uno dei capi storici dell'oramai disciolta organizzazione criminale di Pozzuoli. Un intreccio giudiziario, dunque, che nasce dalla mai celata amicizia tra i due clan che andava ben oltre i semplici rapporti di buon vicinato. Perrone ha recentemente rilasciato ai pubblici ministeri importantissime dichiarazioni riguardanti, però, non solo il suo “gruppo”, ma anche quello di Pozzuoli. La richiesta di inserire anche Perrone tra le persone da ascoltare, potrebbe già arrivare domani mattina, in occasione di una nuova udienza del processo con rito ordinario che vede Gaetano Beneduce imputato assieme ad altre 11 persone. Contemporaneamente inizieranno le audizioni di altri due pentiti del clan puteolano, Carmine Toscanese e Gennaro Testa. E' stato proprio Toscanese, all'inizio della sua collaborazione con lo Stato, a raccontare dei buoni rapporti tra il suo clan e quello dei Polverino. Parlando di un summit che si svolse tra Pozzuoli e Quarto, Toscanese ha dichiarato: "Ci recammo con due auto alla Montagna Spaccata in località chiamata il castagnaro in una villetta dove ci portò il Perillo Gennaro e lì incontrammo Gennaro Longobardi che all'epoca era latitante che sopraggiunse dopo circa 15 minuti con una macchina blindata. Sopraggiunse poi Roberto Perrone della frazione di Quarto che era “una cosa” insieme a Beneduce e a Longobardi, Salvatore Cerrone e Avio (Garofalo Ottavio)". Prima della sua cattura, avvenuta nel settembre del 2009, Gaetano Beneduce avrebbe trascorso la sua latitanza anche a Marano, storica roccaforte dei Polverino. Senza il beneplacito del clan maranese, il presunto boss non avrebbe mai potuto nascondersi lì. Un'ipotesi, questa, confermata anche da un altro pentito, Francesco De Felice: "In merito a dove si trovi attualmente il Beneduce, ritengo che lo stesso si trovi nascosto a Marano". Raccontando di un'estorsione da portare a termine, De Felice inoltre ha detto: "Dopo alcuni incontri, ai quali parteciparono Pataniello (Salvatore Liccardi, ndr) e Antonio Bevilacqua, il primo cercò una mediazione, e arrivò a formulare la seguente proposta: a noi sarebbero spettati 90.000 euro e gli altri 60.000 euro sarebbero andati a Beneduce. Avemmo perciò la certezza che il Beneduce si trovasse a Marano, tanto è che Pataniello contrattava a suo nome”. Un uomo di spicco dei Polverino, dunque, che parla a nome del capo di un altro clan. Un'altra verità, quindi, che potrebbe trovare certezza quando Perrone testimonierà anche nel processo a carico di Gaetano Beneduce.

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