sabato 7 aprile 2012

Clan Polverino, Armando Chiaro sarà processato con rito abbreviato

L'ex consigliere comunale Armando Chiaro
(Pubblicato su Cronache di Napoli del 6 aprile 2012)

QUARTO (Alessandro Napolitano) – Sono trenta gli indagati che, accusati a vario titolo di avere avuto un ruolo nel clan Polverino, hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato. Tra questi spicca il nome di Armando Chiaro, 36 anni, ex consigliere comunale finito in manette nel blitz del 3 maggio 2011 ed attualmente detenuto. Le richieste sono state depositate dagli avvocati difensori al giudice per le indagini preliminari Paola Russo, nell'udienza svoltasi ieri all'interno dell'aula bunker di Poggioreale. La prossima udienza è prevista per l'11aprile. Tra chi ha fatto richiesta di procedimento abbreviato anche Antonio Schiano Lomoriello, 39 anni, detto 'o biondo. Per Armando Chiaro rimane l'accusa di essere stato un “colletto bianco” del clan Polverino, visto anche la sua attività politica. Chiaro, infatti, è stato eletto consigliere comunale nelle fila di Forza Italia nel maggio del 2007, rimanendo in carica fino al febbraio 2011, quando l'amministrazione di centrosinistra guidata dall'ex sindaco Secone “cadde” per le dimissioni di 16 consiglieri. L'anno scorso Armando Chiaro ci aveva riprovato, candidandosi con il Popolo delle Libertà, ma in piena campagna elettorale scattarono le manette. Nonostante le detenzione, per Chiaro arrivarono ben 385 preferenze che lo portarono all'elezione, mai realmente concretizzatasi. Poco dopo, infatti, arrivò dal Prefetto di Napoli la sospensione dalla carica elettiva. Secondo le accuse rivolte contro l'ex consigliere da uno dei collaboratori di giustizia, Domenico Verde, Chiaro si sarebbe intestato un'abitazione spagnola del boss Giuseppe Polverino. Con lo stesso capoclan, inoltre, Armando Chiaro si sarebbe incontrato in territorio iberico per discutere circa la realizzazione di una discarica all'interno di una cava tufacea di via Spinelli, a Quarto. A chiedere il processo abbreviato, come detto, anche Antonio Schiano Lomoriello, accusato dai pubblici ministeri titolari dell'inchiesta denominata “Polvere”, di essere un factotum di Salvatore Cammarota, in particolare di esserne l'autista. Cammarota è finito in carcere dopo aver latitato per due mesi, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare da eseguire nel maggio del 2011. Venne trovato nel luglio scorso dai carabinieri, nascosto in un covo nelle campagne tra Quarto e Marano. Schiano Lomoriello, secondo il pentito Giovanni Piana, “gestiva, fino al 2003/2004, un disco pub del Cammarota[...]. Il pub è tutt’ora di proprietà del Cammarota, anche se mi sembra che sia cambiata la gestione. In generale, lo Schiano Moriello si interessa delle attività del Cammarota, è un suo factotum”. A confermare le parole di Piana, anche il pentito Domenico Verde, secondo il quale il 39enne sarebbe "compariello di Salvatore Cammarota. Si tratta sostanzialmente di un factotum del Cammarota anche se talvolta l’ho visto in Spagna ed ha avuto quindi contatto con il Polverino. Ricordo che questa persona gestiva anche, per conto del Cammarota, un ristorante-birreria [...] ubicato sui Camaldoli in località Torre Caracciolo. So queste cose per esperienza diretta dal momento che ho anche frequentato questa birreria".

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