mercoledì 18 aprile 2012

Clan Longobardi-Beneduce, altre cinque condanne per estorsione

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 18 aprile 2012)

POZZUOLI (Alessandro Napolitano) – Dopo le condanne penali nei confronti dei cinque estorsori ritenuti legati al clan Longobardi-Beneduce – Biagio Fruttaldo (12 anni e 6 mesi) Carmine Riccio (12 anni) Marcello Moio (7 anni e 6 mesi) Silvio De Luca (12 anni) e Ferdinando Marcellino (6 anni) – ora si attende la decisione circa il risarcimento danni che  verrà presa a favore delle parti civili. Nel giudizio della Nona Sezione Collegio A del Tribunale di Napoli si sono stabilite, per ora, soltanto le “provvisionali”, vale a dire una “quota parte da imputarsi alla liquidazione definitiva”, così come stabilito nella sentenza. Le provvisionali a favore   dell'imprenditore taglieggiato, testimone di giustizia, che con al sua denuncia ha fatto scattare l'intera inchiesta, sono di 30mila euro, mentre è di 10mila euro la somma destinata sempre a titolo di provvisionale a favore complessivamente del comune di Pozzuoli, di quello di Bacoli, della Regione Campania e dell'associazione anti-racket Sos Impresa. Oltre alle provvisionali decise in fase penale, per i cinque condannati è arrivato anche l'ordine di provvedere alle spese processuali. A favore di Palazzo Santa Lucia andranno 2mila euro, mentre 4mila sono stati stabiliti per tutte le altre   parti civili. Ci sono poi le multe, sempre a carico di  Biagio Fruttaldo, Carmine Riccio, Marcello Moio, Silvio De Luca e Ferdinando Marcellino. Per Fruttaldo l'ammenda è di 2400 euro;  per Riccio di 2mila, per Moio 1800 euro, per De Luca 2500, mentre la multa più bassa è quella riguardante Marcellino: mille euro. Tutti i condannati, poi, sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, mentre l'interdizione legale avrà la stessa durata della pene detentiva. Per l'associazione coordinata a livello nazionale da Luigi Cuomo e difesa dall'avvocato Alessandro Motta si tratta di un altri importante successo e che arriva a pochi giorni dal raggiungimento di un altro obiettivo: convincere un altro imprenditore a costituirsi parte civile in un altro processo, quello a carico di Diego Scognamiglio, 32 anni, anch'egli accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Oltre all'imprenditore, Sos Impresa  ha caldeggiato la costituzione in parte civile del comune di Pozzuoli. “Ditegli a Don Antonio che siamo i compagni e che chiamasse i compagni di Marano...Sono venuto già due volte e la prossima volta che vengo è l'ultima, Perché vengo a chiudervi”. Con queste parole il 32enne avrebbe cercato di estorcere l'imprenditore puteolano, attivo nel campo della ristorazione. Era il luglio del 2011.

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