lunedì 23 aprile 2012

Armando Chiaro lascia il carcere, ai domiciliari l'ex consigliere comunale

(Pubblicato su Cronache di Napoli del 22 aprile 2012)

QUARTO (Alessandro Napolitano) – Armando Chiaro, l'ex consigliere comunale arrestato un anno fa con l'accusa di essere legato al clan Polverino, è tornato a casa. La richiesta di revoca della misura cautelare in carcere è stata accolta dal Tribunale di Sorveglianza. Ora il 36enne si trova agli arresti domiciliari, nella sua abitazione di Quarto. Armando Chiaro ha trascorso oltre 11 mesi in cella. In manette ci finì all'alba del 3 maggio di un anno fa. I carabinieri che lo arrestarono eseguirono un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, su richiesta dei pubblici ministeri antimafia che dal 2007 stavano indagando sugli affari del clan Polverino. Nell'ambito della stessa operazione – denominata “Polvere” - finirono in carcere decine di persone. Tra queste anche chi si apprestava ad affrontare un campagna elettorale, come lo stesso Armando Chiaro (candidato nella lista del Popolo delle Libertà e consigliere uscente) e Salvatore Camerlingo (cugino di Salvatore Liccardi, detenuto) 28 anni, candidato invece con Noi Sud. In manette anche noti imprenditori, come il costruttore edile nonché presidente del Calcio Quarto, Castrese Paragliola. Dopo appena tre anni dalla riacquistata libertà, finì in manette anche colui che poi, diventando collaboratore di giustizia, avrebbe rivelato tantissimi segreti del clan operante da anni tra Quarto e Marano, ma con ramificazioni soprattutto in Spagna: Roberto Perrone, vero e proprio “pezzo da 90” del clan. Oggi Perone è un pentito e le sue rivelazioni sono state alla base di altre operazioni, come il sequestro di numerosi immobili riconducibili a uomini dei Polverino. Valore: circa 27 milioni di euro. Una bufera giudiziaria che è ancora lontana dal conoscere la parola “fine”. Armando Chiaro ha scelto di essere processato con il rito abbreviato. In settimana potrebbe arrivare il rinvio a giudizio che riguarderà altre 50 indagati. L'ex consigliere dovrà difendersi dall'accusa di avere intestato a sé stesso un'abitazione spagnola del boss Giuseppe Polverino, all'epoca della latitanza di quest'ultimo, ma anche dall'accusa di avere avuto incontri con il capo-clan, sempre in Spagna, per discutere circa la realizzazione di una discarica. Affare che avrebbe visto coinvolto anche Nicola Imbriani, destinatario anch'egli di un'ordinanza cautelare in carcere, sottrattosi per otto mesi alle manette. La sua latitanza finì a gennaio. Venne arrestato in provincia di Padova assieme ad altre due persone; Salvatore Sciccone e Giorgio Cecere, quest'ultimo candidatosi come Camerlingo nella lista Noi Sud. In manette e poi ai domiciliari il padre del coordinatore locale della lista, Castrese Savarese, cognato di Nicola Imbriani.

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