sabato 3 marzo 2012

Il pentito Perrone e le sue "verità". C'è anche l'affare Ipercoop?


Il cantiere del centro commerciale, nel 2007
(Pubblicato su Cronache di Napoli del 3 marzo 2012)

QUARTO (Alessandro Napolitano) – Quando il 23 marzo prossimo le parti si riuniranno in tribunale per discutere circa l'eventuale “ingresso” delle dichiarazioni del pentito Roberto Perrone, si potrà sapere se tra i segreti del clan Polverino svelati ai magistrati dell'Antimafia possano esserci particolari riguardanti l'affare dell'ipermercato di via Masullo. Un carpentiere ed un autista di bus pubblici alla guida di una società che nella sue breve vita ha fatto registrare una sola attività, quella della compravendita di oltre 120mila metri quadrati di terreno sul quale verrà poi realizzato il centro commerciale Quarto Nuovo. E’ una delle tante anomalie che riguardano l’affare del complesso commerciale aperto nel 2008 a Quarto e sui cui la magistratura fece luce già due anni prima. Ben 36 gli avvisi di garanzia inviati a consiglieri comunali, tecnici impiegati preso l’Utc, professionisti del settore edile ed imprenditori. Le accuse a vario titolo erano di corruzione, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, falso ideologico, tutte aggravate dal favoreggiamento alla criminalità organizzata. L’organizzazione criminale era quella che fa capo al boss Giuseppe Polverino. A Quarto il clan aveva un suo luogotenente, secondo l’Antimafia: Roberto Perrone, oggi collaboratore di giustizia. A sua volta lo stesso Perrone avrebbe avuto tra i suoi fidatissimi il presidente del Quarto Calcio, Castrese Paragliola e l’imprenditore edile Nicola Imbriani.  Secondo gli atti dell’inchiesta dell’Antimafia denominata “Polvere”, Perrone, Paragliola e Imbriani risultano “un’unica entità, espressione della volontà imprenditoriale e delle mire espansionistiche del clan Polverino, che in tal modo ricicla agevolmente decine di milioni di euro accumulati grazie agli illeciti traffici". Secondo quanto scrivono gli inquirenti “si arguiva che l’intero affare del Centro Commerciale non poteva restare indifferente alle consorterie camorristiche operanti su quel territorio, in particolare il clan Polverino che, dalla concretizzazione dell’opera avrebbe ricavato ingenti fortune”. Tra queste fortune anche quella della società, la Elleffe, che in 15 soli giorni moltiplicò per sette i suoi guadagni, con l’acquisto del terreno su cui sarebbe stato costruito il centro commerciale a 1.342.773,50 euro per poi rivenderlo a 10.875.000. Come sottolinenano i magistrati dell’Antimafia, poi, l’allora amministrazione comunale “poco dopo l’acquisto dei terreni da parte della Elleffe, stabiliva il cambio di destinazione dell’area (PIP) nella quale era ricompreso proprio il terreno in questione, che si trasformava, quindi, in area a uso commerciale”. 

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